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46 Salvatore Vacca A volte pare che si siano fatte troppe considerazioni filosofiche e teologiche sulla storia di un Ordine internazionale, ma si è fatta troppo poca storia vera 16 3. Ad esempio, uno storico non frate cappuccino, il quale riflettesse sui cappuc– cini, non potrebbe che rimanere colpito dal fatto che, malgrado l'abbondante raccolta di fonti primarie e secondarie, assai poco lavoro di interpretazione è stato fatto su di esse con i metodi della moderna critica storica 164 • La storia dell'Ordine cappuccino costituisce un osservatorio privilegiato per comprendere più aspetti dello sviluppo del cattolicesimo nei secoli XVII– XVIII, però a condizione che si vogliano "superare le secche prevalenti di una 163 È il caso, ad esempio, dei Frati Minori Cappuccini. La storiografia cappuccina moderna, pur ispirandosi al suo caposcuola, l'archivista generale, Edoardo d'Alençon (tl928), che, dando molto risalto alle testimonianze estranee all'Ordine, alle fonti diplomatiche e archiviste, aveva intrapreso e avviato un esame analitico, critico e sistematico circa la classificazione delle fonti e dei loro autori re– lativi alle origini e ai primi sviluppi dell'Ordine, limitatamente ad alcuni casi con Cuthbert ofBrighton (t 1939), Theophil Graf (tl 975), Optato Van Asseldonk (tl 999), e Stanislao da Campagnola, ha toccato la vexata quaestio senza però pervenire ad una risoluzione e definizione chiara dello status quaestionis. Allo stato attuale delle ricerche, nonostante le nuove scoperte archivistiche e i risultati raggiunti da importanti studi storici, non è stato ancora fatto un raffronto consuntivo critico del valore e dell'uso delle singole fonti, dei dati storici fondamentali, delle chiavi di lettura del contenuto delle fonti, degli apporti dell'intera tradizione letteraria. È dunque necessario valutare tutta la documentazione raccolta e soppesare ogni giudizio sui singoli documenti e sui dati storici, mettendo da parte, a volte, quanto è stato assunto e accettato, in particolare per il periodo iniziale, dalla storiografia più antica, il cui scopo e metodo storico erano certamente diversi dall'attuale esigenza e sensibilità scientifica. S. VACCA,/ Cap– puccini in Sicilia. Percorsi di ricerca per una lettura storica, (Storia e Cultura di Sicilia, 12), Salvatore Sciascia Editore, Caltanissetta-Roma 2003, 13-25. l6-l "I cappuccini presero avvio come un Ordine italiano e le loro origini e la loro stessa storia primitiva debbono essere studiate nel contesto della storia religiosa italiana del secolo XVI. Peraltro, a partire dall'unificazione italiana nel corso dell "800, la separazione fra la cosiddetta cultura laica e gli studiosi cattolici ha relegato nell'ambito di questi ultimi lo studio degli Ordini religiosi. Qualsiasi manifestazione di critica o di dissenso ed ogni dissidente, di cui si sappia qualche cosa, ha goduto di una seria attenzione da parte degli storici "laici" (nel senso sopradetto). Al contrario, la storia degli Ordini cattolici è rimasta un "affare di famiglia", in sé e per sé, coltivato all'interno delle differenti istituzioni fondate dagli Ordini e formate dai propri membri. Contributi dotti e ponderati raggiungono una cerchia ridotta di lettori, dal momento che essi appaiono troppo spesso in periodici strettamente legati a tali istituzioni. É come se un intero aspetto della vita religiosa fosse a mala pena percettibile - eppure i nuovi Ordini del secolo XVI nella loro totalità debbono essere integrati all'interno della storia della Chiesa quanto della cultura intellettuale italiana". R. RusCONI, Dall'"/talia dei religiosi" all'"Europa dei devoti"?, in Girolamo Mautini da Narni e l'Ordine dei Frati Minori Cappuccini fra '500 e '600, a cura di V. CR1scuow, (Biblioteca Seraphico-Capuccina, 56), Roma 1998, 7-8.

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