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li contributo degli Istituti storici degli Ordini religiosi nella storia della spiritualità 39 Lungi dall'illusione di una morale storica, promessa dall'antico asserto Historia magistra vitae 130 , purtroppo continuamente smentita dai fatti, chi si accosta al divenire umano attraverso un paziente lavoro di ricerca sulla storia collettiva 131 , può far emergere brandelli di ciò che noi siamo ma non sappimio di essere 132 • Gli istituti storici dei singoli Ordini, investigando e proponendo le fonti storiche, interpretate poi come fonti spirituali, hanno indirettamente contribuito a porre i punti fondamentali, a indicare le caratteristiche della spiritualità e le linee di fondo che il loro Ordine avrebbe dovuto seguire in futuro per res:are fedele all'autentico spirito dei fondatori e recuperare in vitalità. Essi curano generalmente una raccolta bibliografica storica limitata alla vita del proprio Istituto religioso. Una sezione di tale bibliografia spesso è dedicata alla loro specifica spiritualità. Si cita, ad esempio, sebbene sia uno strmren– to del Pontificio Istituto di Spiritualità del Teresianum di Roma appartenente all'Ordine dei carmelitani scalzi; la pubblicazione annuale dal titolo Biblio– graphia Internationalis Spiritualitatis che, edita a partire dal 1966, presenta un catalogo di opere ed articoli pubblicati nelle lingue principali 1 33 • Gli istituti s'torici, attraverso le loro pubblicazioni, fanno inoltre conoscere la spiritualità del loro Ordine e la storia religiosa in genere; applicandc un rinnovato approccio alle fonti della spiritualità, elaborano diversi monumenti letterari. La ricerca storica, proposta e vissuta negli istituti storici, ci invita a riflettere sul rapporto tra storia e spiritualità, sulla storia tra passato, presente e fururo 130 La storia è maestra di teologia o di pastorale. A proposito dell'antico adagio Historia vita, ma– gistra, possiamo dire che l'esperienza storica deve non soltanto farci prudenti per un'altra volte, ma savi. Con scoraggiante regolarità gli errori del passato vengono ripetuti. [Y. CoNGAR, La Storia della Chiesa, "luogo teologico", in Concilium 6/7 (1970) 107]. La storiografia non è più intesa come !:'isto– ria magistra vitae della tradizione classica, né la saga degli eroi o le memorie degli antenati dei p:,poli primitivi, né la testimonianza ufficiale delle glorie di dinastie, di città o di popoli di civiltà evolute, né la Musa custode dei sepolcri dell'età romantica, ma come una scienza positiva che mirava a ricostrLre la verità autentica dei fatti del passato con la certezza di poter costringere l'incommensurabile mole :!egli avvenimenti nelle strutture astratte di leggi razionali che dovevano giustificare le nuove concezioni del progresso senza limiti, della libertà senza più freni di autorità trascendenti, della superiorità del pre-sente sul passato, in un'esaltazione di valori della potenza politica e dell'intelligenza pura come fattori e-,sen– ziali per raggiungere il successo e la piena felicità del vivere. R. MoRGHEN, Per un senso della sioria. Storici e storiografia, Brescia 1983, 9-10. 131 G. LoPARCO, Può la memoria generare futuro? Presupposti storici dell'identità religiosa, 440. 132 P. PRODI, Introduzione allo studio della storia moderna, Bologna 1999, 19. 113 Bibliographia !nternationalis Spiritualitatis 1 (1966).

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