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512 Lazaro Iriarte con lo stesso argomento, quasi un doppione, alla fine del capitolo I (nn. 11- 13). È una prospettiva molto francescana e attuale del destino dei frati mi– nori di «andare per il mondo» come messaggeri della conversione e della pace. 6. Aggiornamenti nella struttura dell'Ordine Nel capitolo VIII sul governo dell'Ordine c'è da rilevare qualche mo– difica nel quadro delle circoscrizioni, le quali sono tre: provincia, vicepro– vincia, custodia ( o missione). La novità più importante è il nuovo sistema rappresentativo, sia nel ca– pitolo generale che in quello provinciale; i delegati sono eletti da tutti i professi di voti perpetui a suffragio diretto, secondo norme stabilite dal singolo capitolo provinciale. È ammessa anche la possibilità di integrare il capitolo provinciale con tutti i religiosi della provincia, come vuole la Re– gola (125,2). Un'altra novità, vera creazione dovuta al Capitolo generale del 1970, è il Consiglio Plenario. Non si tratta di un organo di governo, ma di uno stru– mento di «espressione dell'unione vitale tra l'interna fraternità e il governo centrale». Il suo compito non è di legiferare, ma di raccogliere il frutto del– l'ampia riflessione sui problemi di maggiore importanza, realizzata previa– mente nelle varie aree culturali e geografiche, sensibilizzare i religiosi ri– guardo agli stessi problemi e presentare prospettive e orientamenti per il futuro (123, 1-8). Proprio per la funzione di coscienza riflessa dell'Ordine, che svolge il Consiglio, i componenti si devono scegliere nelle varie conferenze di supe– riori maggiori tra gli esperti dell'argomento a trattare. L'esperienza dei cinque Consigli Plenari finora celebrati - quello di Quito (Ecuador) nel 1971, quello di Taizé (Francia) nel 1973, quello di Mattli (Svizzera) nel 1978, quello di Roma nel 1981 e quello di Garibaldi (Brasile) nel 1986 - hanno dimostrato l'opportunità di questa istituzione, proprio nell'attuale decentralizzazione introdotta dalle stesse Costituzioni, fin dal capitolo del 1968, con la creazione delle Conferenze dei Superiori Maggiori, un'altra no– vità di singolare portata, il cui scopo è di «promuovere la collaborazione delle circoscrizioni tra di loro, con le conferenze episcopali e con l'unione dei superiori e delle superiore maggiori..., e garantire l'unità del governo» (131, 1-4). Nel regime, o meglio nella dinamica della comunità locale, è impor– tante la reintroduzione del Capitolo locale, il cui posto più adatto sarebbe

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