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500 Lazaro Iriarte c) Il ritorno agli ideali e alle «sane tradizioni» della riforma cappuccina. Una delle cause di tensione nel corso delle sessioni capitolari del 1968 fu il fatto che, nel testo approvato, si schivava, quasi sistematicamente, ogni menzione esplicita del termine cappuccini e ogni riferimento ai valori ca– ratteristici dello spirito dell'Ordine. Ai richiami, che non mancarono, ve– niva risposto che l'impegno fondamentale degli iniziatori della riforma fu il ritorno a san Francesco e che il carisma cappuccino era affermato nelle nuove Costituzioni in ognuna delle motivazioni francescane dei vari capi– toli: autentico cappuccino è colui che è autentico francescano. Non tutti però erano d'accordo, anzi ad alcuni una tale posizione sembrò quasi la copertura di una specie di complesso o di mancanza di identità, almeno af– fettiva, rispetto a quello che il cappuccino rappresenta oggi. Non tardò però a sollevarsi in molte province, specialmente italiane, una critica diffusa, l'eco della quale si fece sentire durante il capitolo straordinario del 1974, che avrebbe dovuto realizzare una revisione seria del testo, ma per motivi metodologici, si concluse con dei risultati quasi nulli. Sarebbe stato riservato al capitolo ordinario del 1982 avviare con suc– cesso la redazione definitiva, da presentare all'approvazione della santa Sede. In esso prevalse il desiderio di affermare l'identità cappuccina in ter– mini espliciti, non in contrapposizione a quella generale della famiglia francescana, e meno ancora con gli altri due rami del primo Ordine, ma per mettere in rilievo quei tratti originali e tradizionali del comune ideale minoritico che hanno determinato una peculiare fisionomia interna e una testimonianza esterna, per le quali ci ricononosciamo cappuccini. Così si arrivò all'aggiunta di un nuovo numero nel capitolo I, il 4, in cui si descrivono «l'indole e gli ideali del nostro Ordine», in concreto: l'im– pegno permanente di ritorno a san Francesco mediante la conversione del cuore; il primato della vita di orazione specialmente contemplativa; la po– vertà radicale e la minorità; l'austerità di vita e la lieta penitenza per amore della croce di Cristo; la spontaneità nei rapporti fraterni; la vici– nanza ai poveri, ai deboli e ai malati; la peculiare popolarità; il dinamismo apostolico in spirito di servizio, con varie forme, principalmente con l'e– vangelizazzione diretta. Oltre a questa inserzione fondamentale, in numerosi altri passi delle del recente decreto abrogativo delle medesime, in Studi e ricerche francescane 9 (1980) 79-97; e in Io., Temi di vita francescana, Roma 1987, 357-375.
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