BCCCAP00000000000000000001043

L'AMORE ALLA POVERTA' E AI POVERI 383 che di celle, et dette celle siano umili et basse». Le Costituzioni del 1536, più ispirate agli scritti personali di san Francesco, ricordavano la volontà del santo Fondatore espressa nel Testamento: «che non si ricevano chiese e dimore se non saranno secondo la forma della santa pove11tà»; e ricorda– vano molto giustamente ili senso di ,peihlegrinaggio (n. 73). Tutte le dipendenze dovevano essere «piccole, umili, povere, abiecte et basse, acciò che ogni cosa predichi umihà, povertà et disprez– zo del mondo». Le chiese «piccole, povere et oneste»; e questo anche per un senso di minorità e di servizio al popolo di Dio, giacché «migliore esempio si dà a predicare nelle ohiese di altri che nelle nostre, maxime con offendere la santa povertà» (n. 74). E si ripeteva 1:i:l cdterio de11,e CostitUZJioni di A1ba:cina: co– struzioni, in quanto possibile, «di vimini et luto, canne, matoni crudi et vii materia, a esempio del nostro Padre, et in segno di umiltà e povertà», prendendo come modello «le piccole case dei poveri» (n. 75) 11 • Un'altra manifestazione dello spirito di provvisorietà e di noncuranza de1Jl'indomani ,era fa norma di non fare provviste delle cose necessarie, vivendo alla giornafa, fiduciosi nell'amore del Padre celeste (n. 81; Albac., 17). Anche i viaggi si dovevano fare al modo apostolico, senza provvisione, confidando nella buo– na volontà degli uomini (n. 48). Finalmente un altro elemento di insicurezza della povertà personale e collettiva, nel senso francescano, è il divieto del denaro, così forte nel capitolo IV della Regola. Nella Regola non bollata questo divieto appare in rapporto con la missione dei frati minori di «andare per il mondo»; la tentazione di potenza, infatti, per una fraternità itinerante non è ormai l'ac– quisto di possedimenti, come per 11 monaS!tem benedetti1110, ma l'ambizione pecuniaria. Dopo la morte di san Francesco l'Ordi– ne si convinse subito che la vita di una istituzione sviluppata non era possibile senza denaro; allora si diede alla Regola un'in– terpretazione iliet1Jeraài,s1)a: «non riceverie» denaro non vuol dire «non averlo». E si trovò il modo di essere fedeli alla Jettera materiale introducendo i sostituti, i procuratori e i sindaci, che «ricevevano» il denaro a nome dei benefattori e della santa Se– de, ma per i frati e sotto la dipendenza dei superiori. JJ MELCHOR DE PoBLADURA, La bella e santa riforma, 54-75.

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz