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Si accetta la tradizionale interpretazione giuridica del Nien– te si approprino della Regola (c. VI), in conformità con le dichia– razioni pontificie, ma avendo presente il senso dato da san Fran– cesco: «Il serafico nostro Padre [ ... ] comandò nella Regola ai suoi frati ohe non avesseno akuna cosa propria, acciò espediti, come peregrini in terra et cittadini in celo, con fervente spirito corresseno per la via di Dio. Perhò noi, volendo in tanto nobile esempio imitare Cristo in verità, et realmente osservare il serafi– co precetto della celeste povertà, per demonstrare in effetto che non abbiamo alcuna giurisdizione, dominio, proprietà, giuri– dica possessione, usufrutto, imo né giuridico uso d'alcuna cosa, etiam di quelle che per necessità usiamo, si è determinato [ ... ] » (n. 69). Non avere dominio di nessuna cosa, né in privato né in comune, sarà consiidemto dai cappuccini, come pure dag[i ailrtri francescani, come l'apice della perfezione della povertà. Oggi, che leggiamo il testo della Regola nel senso storico voluto da san Francesco, sappiamo che per lui quello che contava nella fraternità dei poveri non era ,tanto l'aspetto giuridico del domi– nio quanto il non avere nulla in questo mondo, camminando come pellegrini e forestieri e fuggendo ogni forma di «installa– zione». E su questo insistono le Costituzioni del 1536 più volte. L'Ordine aveva accettato nei secoli precedenti la soluzione, canonicamente valida, di considerare le case, le chiese e ogni cosa ad uso dei frati come proprietà della Sede apostolica. Ma i primi cappuccini scelsero un'altra posizione più verace, più con– sona a una reale povertà in comune, e certamente molto più eroica, che accentuava il senso di pellegrinaggio in maniera elo– quente: la dipendenza, non nominale ma reale, da padroni im– mediati. Già le Costituzioni di Albacina prescrivevano: «Li foochi ,ohe s'àrnno a rpig1lfare et fabriical:'e sti1iITT.o s,empre sotto il dominio delli padroni, overo delle città, et siano sempre presi con questa conditione: che ogni volta ohe li si trovasse impedimento alla vita nostra H fratelli liberamente si passino partire, et quando alli padroni non piacesse che li fratelli abitas-

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