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380 LAZZARO IRIARTE Dio con la preghiera 5 • Francesco Titelmans, quel grande scrittu– rista che passò ai cappuccini, chiamava la povertà «fondamento dell'Ordine e di ogni vir,tù», e vedeva in essa la grande liberatri– ce per la contemplazione, «la quale diceva esser il fine della vita religiosa» 6 • Non soltanto la povertà, ma la Regola stessa ha come scopo, insegnava Giovanni da Fano, esimio maestro di preghiera, di purgare la mente e 11 cuore di ogni affìezione e di ogni impedimento terreno, preparando lo spirito alla preghie– ra 7 • Nella sua conceznone 1arimon:iica, senza estremi,s,mi, Bernardi– no d'Asti insegnava che tre virtù sono il fondamento della vita di un vero cappuccino: carità, povertà e orazione: «La più de– gna e la più principale è la carità e l'amore... Ma la carità non può stare in noi senza l'orazione e la povertà...». Queste tre virtù - aggiiUlllge - sono segni l'una deLl'altra: non c'è vera povertà dove mancano la carità e l'orazione; non c'è vera orazio– ne dove mancano la carità e la povertà; non c'è vera carità dove mancano orazione e povertà 8 • «Come pellegrini e forestieri» Da veri francescani, i cappuccini davano più importanza al– la povertà del gruppo che non alla pover,tà del singolo; è la fraternità come tale che si impegna a vivere in povertà totale, in insicurezza, rinunciando ai mezzi fissi di vita. Non è la pover– tà monastica, che prende come modello la prima comunità di Gerusalemme, cioè la vita communis frutto della rinuncia dei singoli, ma la povertà apostolica, quella di Cristo e degli aposto– li 9 • Tutto il capitolo sesto delle Costituzioni del 1536 si muove su questa base. Allora si impone un profondo senso di pellegrinaggio, di essere nel mondo di passaggio, in stato permanente di missio– ne. «Ogni frate pensi che l'evangelica povertà consiste in non ' Itinerarium mentis in Deum, in Opera omnia, V, 310-313. 6 BERNARDINO DA COLPETRAZZO, Historia, ibid., Ili, 173. 7 Ibid., III, 100. ' Lettera circolare, 5 giugno 1548. Monum. Hist. Ord. Fr. Min. Cap., VII, 242. • MARIO DA MERCATO SARACENO, Relationes, ibid., I, 368s.

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