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L'AMORE ALLA POVERTA' E AI POVERI 391 uso dei frati, che non servono loro, con ,licenza dei padroni (n. 70), come anche per .tutti i frutti delle vigne e fruttetti che sono nel terreno ceduto dail padrone ai frati ~n. 80). I cronisti riportano molti esempi di frati che si distinsero nei1.i1a ca:nità verso i bisognosi, come fra LodOV1iico da Stroncone, che esercitò i più vili uffici nell'ospedale degli Incurabili di Roma, fra Vincenzo da Foiano, che aveva una compassione visce– rale verso i poverini ed insegnava che è insopportabile a Dio un frate che, vivendo della carità dei benefattori, si chiude al biso– gno degli altri, fra Bernardo da Offida e tanti altri 24 • Povertà e poveri· nel rinnovamento attuale. La lezione dei primi cappuccini Il tema della povertà torna sempre in tutte le riforme stori– che dell'Ordine minoritico e occupa anche oggi praticamente il centro della nostra inquietudine nell'ora di rinnovamento. Ma oggi non è soltanto la famiglia francescana a invocare il vange– lo della povertà: è la Chiesa intera che nella riflessione fatta su se stessa nel Vaticano II si è trovata interpellata dagli uomini, spinta dallo Spirito a seguire la via della salvezza del Cristo povero e umile, che ha dichiarato come segno della presenza del Regno la evangelizzazione dei poveri, e si è definita come «la Chiesa di tutti, ma in modo particolare la Chiesa dei po– veri». Quale posto abbiamo noi figli di san Francesco nella Chie– sa dei poveri? Siamo nella disposizione di riprendere atteggia– menti sinceri e impegnativi come fa prima generazione cappucci– na, anche se il nostro genere di vita dovrà rompere con dei convenzionalismi e, soprattuttò, con le sicurezze di ogni tipo che ci tolgono la disponibilità di veri minori in mezzo al popo- lo di Dio? . Io richiamerei l'attenzione su vari aspetti del progetto di vita della riforma cappuccina nei primi tempi, che sono attualis– simi: 24 BERNARDINO DA COLPBTRAZZO, ibid., Ili, 264; PAOLO DA FOLIGNO, ibid., VII, 442, 501.

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