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1 tesso fecero i compagni di riforma durante la grande carestia e peste che ci fu nel 1528/29 in varie zone delle Marche; andarono tm d. cdlpiti daili1a peste come aJ martii.tfo, e quell'apostolato di cadtà ,servì grandemente per assicurar loro il favore del popolo e specialmente della du– chessa di Camerino 19 • Come ai tempi di san Francesco, nei primi anni «si affatica– vano in predicare e sovvenire ai poverelli e la notte ben spesso si ritiravano come meglio potevano in qualche chiesa abbandona– ta, ospedali o fraternite» 20 • E anche più tardi, «per osservare perfettamente il Testamento, si misero negli ospedali a servire i leprosi». La loro entrata nell'ospedale degli Incurabili di Roma triasformò que]lo stabiilimento, facendo aumentare le eiLemosine e miglio::rnndo 'iin tail maniera l'assistenza, che diventò modeihlo di ospedale; molti frati si offrivano volontari per il servizio dei malati 21 • Fra tutti si distinse in quella prima generazione di cappucci– ni il dottissimo Francesco Titelmans, che dimorava nell'ospeda– le e si esercitava nei più umili servizi con gran fervore e solleci– tudine. E a quanti si lamentavano con lui perché aveva lasciato i libri, rispondeva: «Io ho. preso quell'esercizio che mi insegnò il serafico Padre san Francesco. E sappiate che i miei Agostini, i miei Girolami, Crisostomi, li ho ,commutati in questi; questi sono le mie librerie: servire a questi poverini, tanto dal Signor Iddio a noi raccomandati» 22 • E nuovamente troviamo la nota dell'eroismo istituzionalizza– to, più da ammirare che nei casi già accennati, in quanto suppa- 11 MARIO DA MERCATO SARACENO, ibid., I, 4s. 18 BERNARDINO DA COLPETRAZZO, ibid., II, 102. 1 • lbid., II, 222. 20 lbid., II, 189. 21 lbid,, IV, 196, 22 Jbid., II, 281.

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