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l'impressione edificante della religiosità dei mussulmani e, in due dei suoi mes– saggi, si propose impiantare tra i cristiani una pratica simile a quella che aveva osservato tra quelli, cioè che a suono di campana o a voce di banditore fosse invitato il popolo fedele "a tributare lodi e rendimento di grazie a Dio onnipo– tente" (Lett. Ai Custodi e ai Reggitori dei Popoli). Per quanto riguarda la conversione del sultano, a Francesco bastò aver ascoltato dalle sue labbra nel momento del congedo: "Prega per me affinché Dio si degni di mostrarmi quale sia la legge e la fede che più piace a Lui" (FF 2212). Da allora lo incluse nel numero di "coloro che fanno penitenza". E infatti, un'antica cronaca araba testifica che Melek-el-Kamel sperimentò una sorprendente mutazione nei suoi sentimenti dopo la visita di un monaco di grande santità venuto dall'occidente. Ma il frutto più importante di quella esperienza fu il capitolo aggiunto alla regola non bollata sotto il titolo: Coloro che vanno tra i saraceni e altri infedeli, singolare intuizione di metodologia missionaria, in appoggio della quale Onorio III, quattro anni più tardi, stenderà una bolla in favore della seconda spedizione di missionari mandata nel Marocco. Si trattava di "andare a vivere tra i saraceni" semplicemente come cristiani, sottomettendosi alle autorità e adattandosi ai loro usi, in attesa che il terreno fosse pronto per ricevere l'an– nuncio pacifico del vangelo 2 • C'è voluto il passare dei secoli prima che il ten– tativo di Francesco fosse valorizzato in tutto il suo significato. 2. Il giubileo penitenziale della Porziuncola Uno dei problemi della storiografia francescana è il silenzio delle fonti più antiche sull'indulgenza della Porziuncola. Senza volerlo entra in questione il classico argomento: un fatto così importante che, a tenore del Diploma del vescovo Teobaldo, era stato inaugurato con tanta solennità, se veramente vi fu, doveva essere conosciuto dai biografi di san Francesco e dai primi cronisti; se non ne parlarono, sarà stato forse per qualche tacita consegna, motivata dalla disistima che ne poteva derivare verso le indulgenze plenarie annesse all'arruolamento nella crociata e alla visita delle basiliche romane e dei grandi santuari? Non mancano indizi di una certa situazione privilegiata della chiesa di Santa Maria degli Angeli, che fu oggetto della predilezione di Francesco. Mol- - 35 -
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