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trova in pieno vigore, almeno dal punto di vista istituzionale; anche se inde– bolita nel vecchio continente a causa della diminuzione delle vocazioni, sem– bra avere un futuro splendido in tanti paesi che fino a poco tempo fa erano conosciuti come terra di missione. Francesco d'Assisi è attualissimo come mai, il suo progetto di vita oggi è conosciuto più e meglio che non nei tempi passati, ed è stato assimilato e tradotto nella legislazione dei vari istituti che integrano i tre Ordini. Sappia– mo quello che la Chiesa e il mondo attendono dai figli di san Francesco, siamo forniti come mai, sotto l'aspetto umano, per un efficiente servizio minoritico. Non dimentichiamo, però, che il successo di Francesco fu il frutto non della sua capacità organizzativa né dei valori umani che integravano la sua fraternità, ma della carica carismatica che emanava dalla sua persona e che lui seppe comunicare ai fratelli che il Signore gli dava. Questo motore vitale ve– niva detto da lui l'arte di "possedere lo Spirito del Signore e la sua santa opera– zione (Rb 10,9). È proprio quello che il mondo di oggi, legittimamente fiero delle sue conquiste scientifiche e tecniche, ha bisogno: un'anima. Giovanni Paolo II, nella sua enciclica Tertio millennio adveniente, n. 45, ha scritto: "Rientra negli impegni primari della preparazione al Giubileo la riscoperta della presenza e dell'azione dello Spirito, che agisce nella Chiesa sia sacramentalmente, so– prattutto mediante la Confermazione, sia attraverso molteplici carismi, com– piti e ministeri da Lui suscitati per il bene di essa... Lo Spirito è anche per la nostra epoca l'agente principale della nuova evangelizzazione...". Tra i valori evangelici che i figli di san Francesco sono chiamati a riscoprire e aggiornare nella prospettiva del terzo millennio, possiamo segna– lare i seguenti: 1. Il richiamo alla penitenza-conversione. È per ogni cristiano la condi– zione per discernere quello che è gradito a Dio (cf. Rm 10,1-3). È sempre attuale la classifica fatta da Francesco tra "quelli che fanno e quelli che non fanno penitenza". Non si tratta soltanto della conversione personale, che ri– concilia con Dio, ma dell'eliminazione di tante "strutture di peccato" che, senza gravare la coscienza individuale, pesano duramente sulla giustizia sociale e sui diritti fondamentali della persona. Il papa, nello stesso documento nn. - 45 -

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