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virtù di un breve di Pio X del 11 aprile 1909 e di un altro di Benedetto XV del 16 aprile 1921, l'indulgenza plenaria della cappella della Porziuncola, ad Assisi, limitata fino a quella data alla sola festa, 2 agosto, fu estesa a tutti i giorni dell'anno. Gli ultimi documenti pontifici sull'indulgenza della Porziuncola sono: il breve di Paolo VI del 1966 e il decreto della Penitenzieria apostolica del 15 luglio 1988, applicando al Perdono di Assisi l'attuale disciplina sulle indul– genze. 3. Il primo giubileo universale del 1300 Il papa Bonifacio VIII (1294-1303), profondamente compenetrato del– la sua missione di vicario di Cristo, non solo quanto allo spirituale ma anche quanto al temporale, vide nel passaggio dall'uno all'altro secolo l'occasione per attirare alla città eterna un afflusso straordinario di pellegrini da tutta la cristianità. Con la bolla Antiquorum habet fidem del 22 febbraio 1300 proclamò un anno giubilare, inaugurando così la serie degli Anni Santi che sarebbero celebrati ogni cento anni. Ma già dal 1350 la periodicità sarà fissata ogni cin– quanta anni e più tardi ogni venticinque anni. L'indulgenza plenaria era riser– vata alle due basiliche di san Pietro e san Paolo di Roma. La condizione per lucrarla era, oltre la confessione sacramentale, fare trenta visite alle due basi– liche, per i romani, e quindici visite per i pellegrini venuti da fuori. Il successo superò tutti i çalcoli. Sembrava che tutta la cristianità fosse stata scossa da un'improvvisa esigenza di espiazione e di rinnovamento. A Roma vi vollero speciali misure per regolare il traffico dei folti gruppi di pellegrini. Si potè verificare, per il comune dei fedeli, quello che significava il successore di Pietro, fosse chi fosse; e questo nonostante la prevenzione esistente contro la persona di Bonifacio VIII in alcuni settori politici ed ecclesiastici, sostenuta dai francescani "spirituali" a motivo del comportamento del papa con san Celestino V, suo predecessore. Dante Alighieri pellegrinò a Roma durante il Giubileo; nella Divina Commedia ricorda l'impressione che ebbe nel vedere le moltitudini stipate dirigendosi sul ponte del castello di Sant'Angelo verso la basilica di San Pietro (InfXVIII, 24-33); sebbene non perda occasione di denigrare Bonifacio VIII per l'uso del potere delle chiavi, secondo lui arbitrario, fatto dal pontefice in tale congiuntura (Purg II, 94-98). - 38 -

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