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cesse, cioè il romano pontefice... ". Si sofferma su ognuno di questi argomenti, senza tralasciare la succitata visione dei ciechi che si accalcano in cerca di luce. Tra i testimoni cita Egidio d'Assisi, il quale, anche senza menzionare l'indulgenza, era solito ripetere: "Se il mondo conoscesse l'abbondanza di grazie che sono disposte in questo luogo, accorrerebbero qua, non solo dalle regioni vicine, ma dai confini del mondo, e non solo i fedeli, ma anche gli infedeli". Aggiunge, finalm~nte, il fatto innega– bile delle folle di pellegrini che arrivano da ogni parte del mondo 3 • Ciò nonostante continuava a pesare nell'opinione il dubbio sull'auten– ticità storica della concessione dell'indulgenza e, quindi, sul suo valore cano– nico. Per cui, nel 131 O, il vescovo di Assisi Teobaldo, francescano, si vide nella necessità di pubblicare un documento di autorità per rispondere "alla maldicenza di alcuni detrattori". In questo diploma ci troviamo, per la prima volta, davanti a un racconto particolareggiato del modo come l'indulgenza fu ottenuta da san Francesco dal papa Onorio III, trovandosi costui a Perugia. Interessa l'obiezione messa in bocca ai cardinali per sconsigliare il pontefice: "Badate che, se concedete una simile indulgenza, farete scomparire quella del– la Terra Santa e renderete senza valore quella degli apostoli Pietro e Paolo". Nel racconto, criticamente inconsistente, si dà implicitamente la ragio– ne dell'assenza di un diploma pontificio di concessione; ha come base la testi– monianza di fra Masseo, arrivata attraverso un suo nipote, di nome Marino, morto verso il 1307, ricco di anni e di meriti. Il diploma del vescovo finisce insistendo, come l'apologia di Olivi, sul fatto dimostrabile dell'afflusso di pel– legrini che arrivano "dall'Italia, dalla Francia, dalla Spagna e da altre nazioni", e tutto a scienza e coscienza di tutta la Curia Romana; anzi, "lo stesso Bonifacio VIII, ai nostri giorni, ha mandato a questa Indulgenza alcuni rappresentanti ufficiali affinché predicassero, a nome del pontefice, il giorno del Perdono" (4. Ciò nonostante, furono necessarie ancora nuove apologie nel corso del XIV secolo, come il Tractatus di Francesco di Bartolo e il libro De conformitate di Bartolomeo da Pisa. Il Perdono di Assisi, come era designato popolarmente, continuò atti– rando ogni anno migliaia di pellegrini, con il consenso, non solo tacito ma esplicito della Sede apostolica. A partire dal secolo XV, successivi indulti pon– tifici estesero il privilegio alle chiese del primo, secondo e terzo Ordine. In - 37 -

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