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RICONCILIAZIONE E. PERDONO 431 Raddolcito e mosso da quella bontà - finisce il racconto - il povero prese il dono e perdonò i torti del padrone (2 Cel 89: FF 676). Vediamo adesso il caso, ben noto, della pacificazione dei due capi, ecclesiastico e civile, della città di Assisi. Accadde verso il mese di settembre del 1225. Francesco giaceva malato a San Damiano, dove aveva composto le Lodi delle creature. Quando seppe che il vescovo Guido aveva scomunicato il podestà Berlingero e che questi, in rapresaglia, aveva vietato ogni contratto con il prelato, chiamò a sè i suoi compagni e disse loro: ......... ""'''11/,r:W'liJ;ìlj « Grande vergogna è per noi che il vescovo e il podestà si '~'.dina: tal– mente l'un l'altro, e nessuno si prenda pena di rimetterli in pace e con– cordia». Si sentì chiamato ad intervenire. Ma come? Francesco non si offrì come mediatore tra i contendenti; non invitò loro al tavolo dei ne– goziati. Sapeva che sarebbe servito soltanto perché ognuno si trin– cerasse nelle proprie posizioni. Pensò meglio ad adoperare la sua tat– tica penitenziale: il messagigo della lode di Dio e del perdono. Se riusciva a farli entrare insieme nel clima del Cantico di lode e ot– teneva il perdono vicendevole, il resto diventerebbe facile. Aggiunse una strofa apposita. Poi invitò le due autorità. a tro– varsi con gli altri magnati nel vescovado. Tutti ascoltarono, in mezzo ad una grande emozione, le strofe cantate dal coro dei « giullari di Dio ». Quando risuonò la strofa aggiunta - Laudato sì, mi Signore, per quelli che per,donano per lo tuo amore -, il vescovo e il podestà si chiesero perdono a vicenda e si abbracciarono davanti a tutto il popolo. Lo scandalo era finito e la concordia fu raggiunta. « Il Signore aveva toccato il cuore dei due avversari », conclude il racconto (LP 44: FF 1593). In un piano forse simbolico, ci offrono i Fioretti il valore, da pochi capito, del perdono come presupposto della pace. Prima di ar– rivare al patto di pace tra il lupo e gli abitanti di Gubbio, Francesco chiese da questi il perdono generoso a frate lupo di tutti i mali da lui ricevuti (Fior 21: FF 1852). Francesco portatore e agente di pace « Annunziò agli uomini il vangelo della pace», scrive san Bona– ventura (LM Prol: FF 1021), compendiando fa missione storica del Poverello.

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