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144 TEST!MONIANZA E MESSAGGIO DI SANTA VÉRONICA GIULIANI Da notare anche che dell'infanzia, adolescenza e dei primi anni di vita religiosa abbiamo delle relazioni retrospettive, scritte quando la Santa viveva intensamente le sue esperienze unitive. E della vita con Dio negli anni giovanili, fino al 1693 non posse– diamo nessuna descrizione diretta. Possiamo, nonostante, rin– tracciare la strada percorsa in quella tappa, ricca di grandi scoperte amorose certamente, dalle bellissime descrizioni fatte, per ordine del confessore P. Bastianelli, di certi termini che la Santa usava nel Diario: « incendi di amore», « baci di pace», « tocchi nel cuore», « inv~ti amorosi», « voli in Dio », « tratti di amore», « ritiri in Dio», « armonie nel cuore», « sonno amo– roso» ... Da sconsigliare assolutamente qualunque intento di inqua– drare l'esperienza veronichiana nella tipologia comune dei manuali di ascetica e mistica, specialmente lo schema detto delle tre vie: purgativa, illuminativa, unitiva. Già san Bonaventura, autore di una tale nomenclatura, le aveva concepite, non come tre tappe successive, ma come tre vie da percorrere parallelamente, in forma progressivamente più intensa. La tappa infatti di più intensa purificazione non è quella degli incipienti, ma quella dei perfetti: la purificazione dello spirito nella vita di pura fede. Da scartare anche l'idea, forse comune, che nella strada verso Dio ci sia un periodo ascetico che precede e prepara al periodo mistico, una contemplazione acquisita antecedente alla contemplazione infusa. Nel caso di Veronica Giuliani le grazie infuse, anche di unione, appaiono con una precocità sorpren– dente: ha dei raccoglimenti infusi, da ragazza, quando ancora non sa meditare, anzi si stanca di stare a meditare in silenzio con le compagne (D V,14s). La vita ascetica propriamente detta entra nelle pagine del Diario, come un impegno generale di purifica– zione e di fedeltà a Dio, proprio negli anni che seguono la stigma– tizzazione; è allora quando rivolge tutta l'attenzione alla pratica delle virtù, dell'orazione metodica, all'adempimento dei propri doveri, specialmente alla carità con le consorelle, con una chia– mata insistente dall'alto a « mutar vita ». Ma tutto questo le viene dato e partecipato; le stesse virtù vengono « come incastrate nell'anima». La stessa vita ascetica diventa, per così dire, dono infuso.

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