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I CAPPUCCINI DI BRETAGNA (1642-1702) 57 (1633) sulle coste occidentali dell'Africa, i cappuccini bretoni a partire dal 1634 stabilirono sulle coste della Guinea africana una missione che attinse nel suo raggio d'azione anche l'isola di S. Tomé, verso la quale si ebbero pure spedizioni di missionari 21 • Non è qui il caso di soffermarsi sulle difficoltà incontrate a motivo del clima che in breve tempo stroncò la vita a 8 missionari; allo scopo nostro basti notare che nel 1641, mentre da poco era giunta notizia dell'indipendenza del Portogallo dalla Spagna (1640), la isola cadde nelle mani degli olandesi che fecero prigionieri i reli– giosi superstiti e li collocarono su distinte navi perché non aves– sero a comunicare tra loro. Ciò avvenne il 27 ottobre 1641 e, mentre due giorni dopo, nella notte del 29, uno di essi moriva ed era sepolto sulla spiaggia 25 , gli altri tre con lunghissimo e periglioso viaggio di mare venivano deportati a Pernambuco in Brasile, dove giungevano il 14 gennaio 1642: essi erano i pp. Co– lombino da Nantes e Giorgio da Combourg e il fratello laico Bonizio da Quimper 26 • A Pernambuco i religiosi ebbero la fortuna d'incontrare un francese di St.-Malo, Luigi Heyns, un mercante influente che li accolse in casa sua circondandoli delle sue premure. Ma il fatto più sintomatico fu l'insperato atteggiamento del governatore olandese, Maurizio di Nassau, che, interessandosi ai casi loro, mostrò di– spiacere per i maltrattamenti a cui erano stati sottoposti a S. Tomé e nell'interminabile viaggio e loro concesse piena libertà d'azione, assicurandoli del suo favore e della sua protezione 27 • In tale atteggiamento entrava indubbiamente il calcolo poli– tico sia per essere i religiosi di nazionalità francese e quindi ap– partenenti a una nazione amica dell'Olanda, come anche per cal– mare gli animi dei cattolici pernambucani che avevano a più ri– prese mostrato insofferenza per il dispotico dominio olandese 28 ; comunque, p. Colombino da Nantes, capo del piccolo drappello di missionari catturati, in una lettera a Propaganda Fide del 25 agosto 1643 lo descriveva come uno spirito tollerante che, se pur privo di fede cattolica, era nondimeno ricco di molte qualità natu– rali, « umanissimo » e, specialmente verso i missionari, compren– sivo e benevolo così da sostener la loro opera contro luterani esal– tati e, anzi, da promuoverla sinceramente 29 • 24 Cf. MELCHIOR A PABLADURA, Historia genera,lis II/2, 345s. Particolari con• dotti su fonti d'archivio si hanno in FRANCISCO LEITE DE FARIA, Os barbadinhos franceses, 2ss. 25 Era il p. Michele da Fresnay che morì « derelitto e abbandonato». Cf. FRAN· crsco LEITE DE FARIA, Os ba,rba,dinhos franceses, 7. 26 Si veda in App. lI, doc. 7. Per dati sui singoli missionari e il loro prece• dente apostolato in S. Tomé si veda FRANCISCO LEITE DE FARIA, Os ba,rba,dinhos fra,noeses, 5ss. 27 Cf. APOLLINARIO DA CONCEIQAO, Claustro franoisoano, 90; JACINTO DE PALAZZO– LO, Ca,puohinhos franccses, 22. 28 Cf. R. GALANTI, Historia do Brasi[ II, 119ss. 29 « Benedictus Deus qui nobis Principem qui summam huius ditionis ad– minitrat ita propicium fecit ac benevolum, ut sua benignitate nos foveat nostraque
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