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LA MISSIONE DEL MARANHAO (1612-1615) 49 Come si è detto, difficoltà all'evangelizzazione nascevano da parte dei p a g é o stregoni che esercitavano il loro sinistro po– tere con magie e sortilegi. Il criterio adottato dai missionari per combattere la loro malefica influenza fu da prima quello di sven– tare e mettere in ridicolo i loro trucchi. Già nella visita alle aldee compiuta dai missionari in compagnia del De Rasilly 85 , si era ri– corso all'arte di un giovane prestigiatore francese che, esiben– dosi in giochi davanti ai nativi, fu tosto da loro battezzato col no– me di p a g' é - u a s su e cioè grande stregone. « Ma - scrive il D'Abbeville - il signor de Rasilly interveniva immediatamente e mostrava loro come tutte le cose strane, compiute dal presti– giatore, fossero dovute a sveltezza e bravura, prendendo da ciò motivo per correggere la loro dabbenaggine nel credere ai truc– chi dei pagé » 80 • Questo metodo diede buoni risultati tanto che, al dire di p. Claudio, « gli stessi fanciulli motteggiavano i pagé. Tra gli al– tri, il piccolo Giovanni Acaiuy, di cui si è già parlato, talvolta stringendo nelle mani degli ossicini o altre cose del genere, chie– deva al signor de Rasilly: Muruvichave de alcan omano? ( « Si– gnore, vi duole la testa? »). E allora, fingendo di soffiargli addosso e di soffregarlo, gli mostrava ciò che teneva nelle mani dicendo: - Ecco la causa del vostro dolore. - Naturalmente la compagnia scoppiava a ridere e in tal modo il credito dei pagé andava in frantumi » 87 • Occorreva però conquistare anche i pagé, se possibile, e p. Ivo narra come riuscì a convertirne diversi. Uno fu Pacamont, di non grande apparenza esterna ma che godeva larghissimo ascendente nel Maranhao, specialmente nelle aldee di Cuma. Essendo uno dei capi, egli venne a far atto di deferenza al signor de la Ravardière « accompagnato da gran numero dei suoi» e portato a cavalcioni da una delle sue trenta mogli, « nera come un buon diavolo per essersi dipinta da capo a piedi col succo del }enipapo » 88 • Dopo gli omaggi al De la Touche, fece visita al cara y ba bianco e cioè netra tellement l'Ame, qu'il fut si eclairé de la necessité du Christianisme pour estre sauué; et tellement enflammé du desir de l'ostre, que depuis cette heure n'a peu ny nuict ny iour penser à autre chose, camme il a <lit depuis. Estant ce neanmoins sans dire mot sorti de l'Isle pour retourner à sa maison qui est en terre ferme, il tomba fort malade d'une grande disenterie et par p!usieurs nnicts !uy sembloit do veoir !es Cieux ouuers et !es Carnybes, Pay ou prophets (ainsi appelont-ils !es Religieux) qui y entroient, et entendoit vne voix qui luy disoit: - Si tu veux estre sauué il faut que tu soit laué de l'eaue de laquelle tu fus aspergé quand tu estois à la Messe. Ce qu'ayat ontendu il depescha vn homme en l'Isle pour de– mander de cette oaue et enuoya du cotton pour le tremper dedans de peur qu'elle ne s'epandit par le chemin ». Egli fu poi visitato dai missionari, e in seguito, sebben malato, si recò su una barca a S. Luis per domandare il battesimo; istruito e rimasto con una sola donna, fu accontentato. Cf. CLAUDE o'ABBEVILLE, Histoire de la Mission, 383s. 85 Si veda a p 39s. 86 Histoire de la Mission, 327. 87 Ib., 327v. 88 Suitte de l'histoire, 325s. 4. - Attività missionaria.
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