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LA MISSIONE DEL MARANHÀO (1612-1615) 47 avvisaglie di guerra con i portoghesi nella zona di Caeté. Ma in generale si poteva dire che il prestigio dei francesi, basato sul– l'amicizia dei Tupi n amba, dei T ab a j ara s e di altre tribù indiane, fosse aumentato nella regione 75 , Allo stesso modo, per quanto lo consentiva la scarsezza del personale, era andata affermandosi la missione. P. Ivo da Evreux, risiedendo abitualmente nell'ospizio presso il forte S. Luis, aveva continuato a mantenersi a diretto contatto con i francesi, mentre p. Arsenio estendeva la sua azione tra gl'indigeni, legato al suo romitaggio di Iuniparan. Scriveva a p. Claudio (a Parigi) in data 2 luglio 1613 il signor de Pezieux, luogotenente del De la Touche durante l'assenza di quest'ultimo per il suo viaggio al Para: « P. Ivo non può abbandonare il forte, specialmente ora che il signor de la Ravardière è partito e tutti i francesi si sono rac– colti nella fortezza; dopo aver ricuperata la salute, egli predica tutte le domeniche e giorni di festa, con nostra grande soddisfa– zione. P. Arsenio fa quel che può in Iuniparan e luoghi circonvi– cini... Assai spesso si reca a Tap u y tap era per contentare quel– la buona gente, che lo desidera, e confermarvi i nuovi cristiani » 7~. Tuttavia anche p. Ivo non era estraneo al mondo indigeno a cui recava il peso della sua dottrina e del suo zelo; lo stesso Pezieux, scrivendo a p. Arcangelo di Pembrok, che era allora de– finitore provinciale e superiore delegato della missione del Ma– ranhao, soggiungeva che « molti selvaggi dell'isola e del conti– nente, spinti dalla curiosità, giungono al forte non solo per ve– dere p. Ivo, ma per udirlo parlare di Dio e della nostra religio– ne, domandando, la più parte, il battesimo» 77 • L'ascendente acquistato dai missionari sui primitivi era gran– de. Usando prudenza e dolcezza, li invitavano anzitutto a costumi più morigerati facendo capire la sconvenienza della poligamia, dei riti d'iniziazione, della schiavitù, e cose del genere; si sforzavano inoltre di creare aborrimento all'antropofagia, al costume d'espor– re le proprie figlie, al tatuaggio e, più ancora, alle pratiche super– stiziose78, L'insegnamento catechistico continuò a basarsi sulle ve– rità fondamentali; tuttavia il battesimo in generale non era con- 75 P. Ivo in data 15 luglio 1613 scriveva al ministro provinciale di Parigi: « Depuis le partcment du Pere Claude, !es choses vont tousiours de bien en mieux. Pour le regard du temporel: tous les iours on descouure nouuvelles richesses et marchandises: mais ie laisse à en escrire à ccux à qui cela touche. Le fort sainet Louis est à present inexpugnable et ne craindroit une armée Royale s'il y en pouuoit venir. Quant aux Sauuages il s'affectionnent de plus en plus aux François qui est ce qui ]es rend plus forts que tout le reste. Et quant aux voisins que !'on pour– roit craindre icy, qui sont Portugais, Espagnols et Ang·Iois, ils !es hafasent en telle sorte que plutost ils iroient la teste baissée en Enfer que de receuoir le Christianisme par eux, quoy qu'ils y soient fort affectionnez comme ie diray cy apres ». Cf. CLAUDE D'ABBEVILLE, Histoire de la Mission, 382. 70 lb., 392. 77 Ib., 389v. Questa lettera porta la data del 2 luglio 1613, come la precedente. 78 Si veda, in generale, il « secondo trattato» della Suitte de l'histoire, 227ss; Rocco DA CESINALE, Storia I, 465.
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