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LA MISSIONE DEL MARANHÀO (1612-1615) 41 stato ministro di Tupan ma che per le sue reità era stato da lui allontanato. Seguivano poi altri spiriti, buoni e cattivi, detti ri– spettivamente A po i a u e u è e U a i up i :.-1: i primi, a servizio di Tupan, mandavano la pioggia, non danneggiavano le coltiva– zioni, rispettavano e proteggevano l'incolumità personale degli uomini; gli altri, dipendenti da J uruparf, trattenevano la pioggia, mettevano discordie e spingevano alla guerra, colpivano anche :fisicamente gli uomini e in genere causavano ogni sorta di male. Jurupari aveva a suo servizio anche diversi animali, chiamati So o - J u r up ari, e uccelli muti U y r a - J u r up ari che co– municavano i loro responsi ai p a g é o stregoni. Questi ultimi erano insieme maghi e sacerdoti che si presentavano coperti di amuleti e, attraverso l'incubo dei loro rapporti con gli spiriti, ti– ranneggiavano i primitivi spingendoli a compiere quanto essi vo– levano; generalmente il sortilegio o comunicazione con gli spiriti avveniva in luoghi sacri e reconditi (boschi), sparsi di idoletti di legno cui si attribuiva un potere taumaturgico; ma, al biso– gno, tale comunicazione poteva effettuarsi ovunque. Infine, solo le donne erano buone: gli uomini, più o meno iniqui e malvagi, avreb– bero vissuto una vita futura « al di là delle montagne, premio di grandi massacri e della più squisita antropofagia » 39 • I missionari, iniziata formalmente la catechesi, innalzarono in ogni aldea una croce e intorno ad essa, periodicamente, radu– navano i nativi a suon di tromba' 10 ; l'istruzione religiosa, impar– tita in forma pubblica, includeva le verità elementari del cate– chismo e le preghiere più comuni, come il Pater, l'Ave Maria"1. Il nucleo catechetico principale, sin dai primi tempi, fu costituito sotto l'egida del capo Iapy-Uassu nell'aldea di Iuniparan, dove fu costruita un'altra cappella e dove venne a risiedere stabilmente p. Arsenio da Parigi. I primi tra gli indios a ricevere il batte– simo furono i 4 figìi di Iapy-Uassù, che, pur attaccato personal– mente alle tradizioni del clan, si mostrò contento del passo com– piuto dai figli e col peso della sua autorità diede impulso notevole alle conversioni 12 • Infatti altri battesimi seguirono rapidamente e p. Claudio da Abbeville, mentre parla di « un fervore incredi– bile» e di « grande gioia e allegrezza» nei giovani neofiti 4 3, scrive dove l'autore, tuttavia, sembra indulgere troppo ai sistemi evoluzionistici del secolo scorso e dei primi decenni del nostro. 39 Cf. CLAUDE D'ABllEVILLE, IJistoire de lu Mission, 321-327v; YVES D'EVREUX, Suitte cle l'histoire, 277ss. Un riassunto è in Rocco DA GESINALE, Storia I, 447. J u r up ari è detto « J erupary » da p. Claudio e « Giropary » da p. Ivo. 1 ° Cf. A. JANN, Cundidus Sierro, 101. 11 Si vedano queste preghiere, con il simbolo degli apostoli e altre risposte del catechismo, riportate da Yvcs d'Evreux in « tupinamba » con il testo francese a fianco. Su1'.tle cle l"histo1'.re, 272-277. 12 Cf. CLAUDE D'ABBEVILLE, Histoire de lu Mission, 129ss. 12 Data la difficoltà di abolire rapidamente la poligamia, i missionari punta– rono da prima sulla conversione di giovinetti e giovinette più accessibili alla fede, rimandando ad altro tempo il conferimento del battesimo agli adulti.

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