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38 DALLE ORIGINI AI PRIMI DEL SETTECENTO del genere come primo gesto della presa di possesso. Scrive il D'Abbeville: « Facemmo costruire una grande croce e, quando fu pronta, scendemmo a terra: era il 29 luglio, giorno di domenica. Dopo aver benedetta l'acqua, si cantò il Veni Creatore di lì salim– mo processionalmente verso una piccola·· prominenza o collina, di– stante dal porto mille passi, dove la croce doveva essere piantata. Il signor De Rasilly e tutti i principali del nostro equipaggio con molto rispetto e devozione portarono la croce a spalla, ripieni di molta allegria e soddisfazione e con gli ochi molli di lagrime per la commozione. Giunti sull'altura, intonammo il Te Deum e benedi– cemmo la croce con tutta solennità, dopo aver premesso una pic– cola esortazione... La croce fu piantata allo sparo di molti pezzi d'artiglieria, come fu ordinato dal signor De la Ravardière in se– gno d'allegria. Frattanto noi cantavamo l'inno Vexilla Regis pro– deunt levando e spiegando al vento le insegne e lo stendardo del nostro Re, Gesù Cristo. La croce fu poi adorata con molta devo– zione e tenerezza da tutti i cattolici22, felici del nostro arrivo e di aver potuto innalzare le insegne di Gesù Cristo su questa terra infedele » 23 • Ritornava intanto il Des-Vaux con buone notizie e la spedi– zione, fatti i necessari preparativi per lo sbarco, s'accostava al- 1' « isola grande», che ebbe in seguito il nome di S. Lu i s 2 4, poco discosta dal continente e situata tra due insenature dell'oceano Atlantico 25 • Qui i francesi, avuta dagli indigeni entusiastica ac– coglienza, iniziarono lo sbarco il 6 agosto 1612 e tosto intraprende– vano la costruzione del forte di S. Luis, a protezione della nascente colonia. Ma il De Rasilly pensava pure alla parte religiosa: traccia– ta « una bella piazza in cima a una piccola collina, lì vicina, si tagliarono tutti gli alberi e il terreno venne preparato nel modo più acconcio perché potesse accogliere una cappella provvisoria, dove fu collocato l'altare portatile»; poi il 12 dello stesso mese (agosto 1612), festa di santa Chiara d'Assisi, si celebrò la prima messa con grande solennità, presenti numerosi gruppi di indios nei loro variopinti costumi2". 22 Per capir la frase è da notare che gli uomini della spedizione erano in parte ugonotti, tra i quali Daniel de la Touche (Ravardière), Cf. Rocco DA CESINALE, Storia I, 465. 23 Histoire de la Mfasion, 57-59v. 24 Il Marques scriv-:1 che il nome di S. Luis, dato alla fortezza costruita dai francesi, passò poi alla città e a tutta l'isola. Gf. CLAUDIO D'ABBEVILLE, Historia da .Jl.fùrniio, 98 n. 1, dove vengono segnalati i diversi non1i assunti dall'isola (Upaon-açU, Ilha dos Tupinambas, Ilha das Vaccas, Ilha de Nazareth, Maranhao, Ilha de ferro, Ilha de Todos os Santos). 25 Si veda la descrizione data dal MARQUES, Diccionario historico, 321s. w Cf. CLAUDE D'ABBEVILLE, Histoire cle la Mission, 64s. Dell'impressione pro– dotta dalla messa sugli indios P. Claudio scrive: « Il ne faut pas demander si ces pauures gens estoient consolez de voir les belles ceremonies qui se font en ce Diuin mystere, et particulicrement !es beaux ornemens dont nous estions reuestus à l'Autel, iugeans bien que là dessoubs estoient compris des mysteres qu'ils n'entendoient pas: le temps qu'ils emploient en l'admiration de ces belles ceremonies leur tardoit nullement,
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