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LA MISSIONE DEL MARANHÀO (1612-1615) 37 a tal fine la sua autorità al ministro provinciale sia per la scelta dei religiosi e del superiore, come per le altre formalità relative alla missione 17 • Così, a tenore della richiesta reale, si procedette alla scelta di quattro missionari che risultarono: p. Ivo da Evreux, superiore, e, in ordine di decananza, i pp. Claudio da Abbeville, Arsenio da Parigi e Ambrogio da Amiens 18 , tutti assai commendati dal Denis per la loro dottrina e il loro zelo 19 • Essi lasciarono Parigi il 28 agosto 1611 per recarsi a Cancale in Bretagna, porto fissato per il concentramento della spedizione militare; ma qui dovettero attendere vari mesi per dissensioni scoppiate tra i partenti e fortunatamente appianate dal De Rasilly. Il 25 gennaio 1612, festa della conversione di S. Paolo, il vescovo di Saint-Malo benediceva solennemente i 4 crocefissi dei missio– nari, la bandiera che doveva sventolare sui nuovi territori della Corona di Francia e le armi del De Rasilly; alla fine quest'ultimo, il 19 marzo successivo, poteva dare il segnale della partenza e le tre navi (Régente, Charlotte e Sainte Anne) levavano le ancore per salpare verso la N u o v a F r a n c i a E q u a t o r i a 1 e , secondo la denominazione già data ufficialmente al futuro possedimento bra– siliano20. Il viaggio sull'oceano, dopo una lunga sosta in porti inglesi e attraverso numerose peripezie, durò oltre 4 mesi. Il 17 giugno la spedizione superava la linea equatoriale e il 23 toccava l'isola di Fernando de Noronha, dove sbarcava il giorno seguente 21 ; ma la sosta fu breve e, piegando verso il nord, il 26 luglio le tre navi si trovavano dinanzi alle coste del Maranhao, approdando all' « iso– la piccola » ( Ypaon-miry, nel linguaggio « tupinamba ») che venne battezzata dal De Rasilly col nome della santa del giorno: San - t' Anna ; essa distava 12 leghe dall' « isola grande» ( Ypaon– assii) ed era completamente disabitata. Qui, mentre il Des-Vaux si recava sull'isola grande per sondare le disposizioni degli indios, ebbe luogo la cerimonia religiosa solita ad effettuarsi in imprese 17 Si veda in App. II, doc. 2. Rocco da Ccsinale scrive che il vicario generale rispose « dietro ispirazioni dalla Santa Sede». Storia I, 441. 18 Gf. MAURICE D'EPERNAY, Chapitres Pr·ovinC'ianx, loc.cit. "' « Il fallait certaincment que le P. Yves eut acquis déjà dans l'ordrc une renommée incontestable, pour qu'on le préferat aux trois religieux qui venaient de lui e tre adjoints. Tous trois ils étaient prétres; comme lui, ils ont donné la preuve qu'ils possédaient une instruction solide, et le troisièmo d'entro eme, déja fort avancé dans sa carrière, avait été à d\verses reprises revetu de certains emplois honorables qui attestaient la considération dont il jouissait auprès de ses supérieurs. Le P. Ambroise s'était d'ailleurs voué avec ardeur à toutes Ics oeuvres de charité, durant !es années calamiteuses qui avaient pesé sur la fin du siècle, et sa bonté active était si connue, ses prédications ferventes étaient si bien accueillies par le peuple, qu'on l'avait surnommé l'Ap6tre de la Frcmce ». Cf. F. DENIS, Voyage dansi le nord dii Brésil, XIIs. zo Cf. CLAUDE n'ABBEVILL1', Histoire de la Mission, 20ss. 21 Sull'isola i francesi trovarono 18 indios tap u i a s e un portog.hese, esi– liati da Pernambuco; alcuni primitivi ricevettero il battesimo. A ricordo del suo pas– saggio la spedizione lasciò una croce (cntzefro). Cf. F. A. DE VARNHAG1'N, Historia geral do Brasil antes da sna, scpa,raç!J,o e ìndependencia de Portngal II, cap. XXVI, n.1: JACINTO DE PALAZZOLO, Capnchinhos franceses, 15.

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