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MISSIONARI ISOLATI (1538-1611) 31 digeni, funge da interprete nei vari contatti tra portoghesi e in– diani per addivenire a una pacifica convivenza; poi, passa.to il turbine bellico, tra difficoltà e pericoli rimane « isolato e magni– fico in mezzo alle tribù barbare, predicando la Buona Novella ai catecumeni dipinti di jenipapo e urucu » 32 • Dall'attività reduzio– nistica di questo missionario sarebbe venuto il nucleo catechetico di Mi pi b u con chiesa e, successivamente, parrocchia dedicata a N o s s a S e n h o r a d ' O 33 • L'indicazione sommaria, data dallo scrittore riograndense, po– trebbe trovare un elemento comprovante in ciò che scrive lo sto– rico della monastica provincia cappuccina di Bologna, p. Salva– tore da Sasso Marconi : accennando ai missionari che già nei se– coli XVI e XVII si dedicarono all'evangelizzazione degli infedeli in Algeria, Tunisia, Congo, Angola, Guinea e Brasile, egli ag– giunge in una nota: « Il primo missionario che toccò il nuovo mondo fu il P. Bernardino da Viadana che morì eroicamente in Brasile il 24 giugno 1601, come si ha da « Biografie sparse » 34 • Supposto che si tratti dello stesso personaggio del Da Ca– mara Cascudo, il missionario, dopo la sua opera pacificatrice, sa– rebbe vissuto altri due anni; d'altra parte nel 1598 già da tempo egli doveva esser venuto a contatto con gli aborigeni della zona, come è dimostrato dall'ascendente che godeva sopra di loro e dal pieno possesso della loro lingua 35 • 5. - PORTO SEGURO, BAHIA E RIO S. FRANCISCO Purtroppo, ombre fitte si stendono sul periodo e, finché non sarà dato far luce con documenti d'archivio, i vari accenni hanno solo un valore indiretto e, direi, problematico. Testimonianze di– verse segnalano la presenza di cappuccini anche nelle capitanerie che formano l'attuale Stato di Bahia, da Porto Seguro al Rio S. Francisco 3 t1, Tale presenza, che appare ora ravvivata da un di Ibiapaba e Borborema. Si vedano le note di F. G. Edeweis, in MARTIN DE NANTES, Relatìon succinte [II], 29. 32 Il jcnipapo o jenipapeiro (« Genipa americana») e l'urucit (« Bixa orellana ») appartengono, rispettivamente, alla famiglia delle rubiacee e delle bixacee: dal pri– mo si ricava una sostanza colorante nera, dall'altro, rossa. Cf. A. MAGALHAES, Dicio– nario Enciclopédico Brasileiro, 962, 1521. 33 Cf. L. DA CAMARA GASCUDO, 0s capuchinhos no Rio Grande do Norte, 8s. Anche in questa zona riappare, successivamente, l'attività reduzionistica dei cappuc– cini. Cf. J. GUENNES DA SILVA MELLO, Ligeiros traços, 57s. 34 Cf. SALVATORE DA SASSO MARCONI, La provincia cappuccina di Bologna I, 57, n.8. 35 Va però detto che J. Capistrano de Abreu (Cf. Capìtulos, 67), riferendosi al missionario che funse da interprete nella pace solennemente giurata in Paraiba il 15 giugno 1599 tra i portoghesi e gli indios Potiguares, accenna a un « frei Ber– nardino das Neves, filho de Joao Tavares, escrivao de orphaos de Olinda», il che farebbe supporre trattarsi di un .francescano. Indicativo potrebbe essere il fatto che il convento francescano di Olinda, costruito a partire dal 1585, era dedicato a « Nossa Senhora das Neves ». Cf. D. RoMAG, Historia dos franciscanos no Brasi[, 22-27. 38 Bahia, al centro del vasto impero coloniale creato dal Portogallo nell'Ame– rica del sud, si affermò presto per la sua importanza e, praticamente, su di essa
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