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AMBITO E CRITERI DEL PRESENTE! STUDIO 21 Sulla missione, poi prefettura, di R i o de Janeiro che si estese via via a molte capitanerie del sud e centro-ovest del Bra– sile, l'unica sintesi esistente è quella dovuta a p. Giuseppe da Castrogiovanni, di modesto valore. Altre brevi monografie relative a singoli periodi o, meglio diremmo, a particolari argomenti, sono quelle di Francisco Leite de Farias e J acinto de Palazzolo. Infine, nei riguardi dell'attività esplicata dai cappuccini francesi (secolo XVII), assumono grande importanza le opere lasciate dagli stessi missionari e cioè quelle di Claude d'Abbeville e Yves d'Evreux per la missione del Ma– ranhao (1611-15) e di Martin de Nantes per le successive missio– ni dei cappuccini di Bretagna (1642-1702). Il criterio seguito nel presente lavoro tien conto, ovviamen– te, di quanto si è già scritto, ma cerca soprattutto di basarsi su fonti d'archivio e di documentare quanto si afferma nel modo più largo possibile: ciò s'impone sia per supplire al difetto dei lavori sopra segnalati come anche per orientare altre ricerche che s'im– pongono per una ricostruzione storica dell'apostolato cappuccino nel Brasile. Gli archivi dell'Ordine si può dire che ormai non riservano più importanti sorprese: tali l'Archivio Generale delle Missioni Cappuccine in Roma, assai povero di documenti sulle missioni brasiliane del tempo, il fondo manoscritti della Bibliotèque Fran– ciscaine di Parigi e i tre archivi delle antiche prefetture (oggi custodie) brasiliane e cioè: Pernambuco, Bahia e Rio de Janeiro. Sfortunatamente molta documentazione che dovrebbe trovar– si in questi archivi sembra ormai irrimediabilmente perduta: ed eccone i principali motivi. I documenti relativi all'opera missio– naria dei cappuccini francesi (secolo XVII) furono dagli stessi mis– sionari portati in patria al momento della loro espulsione e, in seguito, andarono perduti per incendi e soppressioni religiose avvenute in Francia 70 • L'archivio generale in Roma, che doveva indubbiamente contener documenti per i rapporti mantenuti dai prefetti apostolici e dai missionari con i superiori dell'Ordine 71 , fu saccheggiato al tempo dell'invasione napoleonica 72 • Più grave ancora fu la perdita dei documenti conservati negli ospizi del Brasile avvenuta intorno al 1867 e così descritta dal missionario paraense p. Pelino da Castrovalva: « Conviene qui notare di passaggio, che pochi anni prima del 1870, dovendo scrivere il P. Rocco Cocchia da Cesinale, attuale Ar- 7 ° Cf. Rocco DA CESINALE, Storia III, 709, n. 3. 71 Questi rapporti erano solo mediati in quanto i missionari, una volta as– sunti da Propaganda, dipendevano immediatamente da quest'ultima; nessuno però impediva che gli stessi missionari mantenessero corrispondenza epistolare con i su– periori dell'Ordine per le varie occorrenze. 72 Cf. CLEMENS A TERZORIO, Manuale historicum, 355.

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