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« STATUS » DELLE MISSIONI CAPPUCCINE 17 opere d'apostolato sia tra i bianchi, già civilizzati, come tra gli schiavi neri e gli aborigeni amerindi. Nel periodo dell' I m p ero , attenuatosi l'impegno verso l'elemento nero che va gradatamente acquistando la libertà 58 ed è ormai fuso nel tessuto connettivo della nazione sia civilmente che religiosamente, l'azione apostolica ri– prende con più larghezza le due fondamentali direttrici di marcia: c a te c h e s i d e 11' i n d i o e a s s i s t e n z a a i f e d e 1i ; la prima, nel nuovo clima di favore, si estende rapidamente a tutto il paese e viene in contatto con le più svariate tribù indiane, di cùi taluna è tuttora estranea a qualsiasi rapporto col mondo civile; l'altra, specialmente nel secondo Impero (1840-89), si riveste di molteplici forme che sono richieste dalla persistente scarsezza del clero e che vanno dalle missioni al popolo a supplenze parrocchiali, a cappellanie nell'esercito e negli ospedali, all'opera di pacificazione durante rivoluzioni, all'assistenza tra i colpiti da sventure nazio– nali come siccità e morbi contagiosi, e compiti del genere, rea– lizzando, fra l'altro, numerose opere di pubblica utilità. Infine il periodo della Re pub b 1i ca elimina definitivamente le restri– zioni che nel passato avevano più o meno coartato la vitalità e stabilità dell'azione missionaria: l'ordine cappuccino, potendo or– mai reclutare vocazioni nazionali59, acquista diritto di cittadinanza nel paese e può liberamente e integralmente esplicare tutta quella attività che rientra nelle sue tradizioni. 8. - « STATUS » DELLE MISSIONI CAPPUCCINE Limitandoci ai due periodi studiati in questa sintesi storica e cioè i tempi coloniali e l'Impero,va notato che i cappuc– cini, a differenza di altri ordini religiosi, apparvero nel Brasile come stranieri in quanto il personale missionario non fu mai por– toghese o brasiliano. Nonostante i vari tentativi di aprir novi– ziati per le vocazioni cosiddette indigene, prima l'indirizzo politico della corte di Lisbona e poi il regalismo dominante dell'Impero tolsero la possibilità di tradurre ad effetto tale dfaegno 60 • Di qui la persistente scarsezza del personale, le cui spedizioni erano sem– pre strettamente controllate, e la forzata limitazione nell'ambito 58 Il processo di emancipazione degli schiavi, determinato dalle idee uma– nitarie dell'Impero, trovò precursori sin dai tempi coloniali e, tra essi, anche dei cappuccini, come p. Giuseppe da Barbarolo (1779-1794). Cf. GREGORIO DE S. MARINO, Os ca,puchinhos na, Ba,hia,, in Ana,is IV, 535ss. 50 Per l'esattezza storica, 1' avi so che permise il reclutamento di voca– zioni indigene dopo che ormai da tre secoli i cappuccini lavoravano nel Brasile, si deve all'ultimo ministro dell'Impero, Ferreira Viana, che lo emanò in data 11 mag– gio 1889; con la Repubblica fu però tolta ogni restrizione. Cf. F. BADARO, L'E,qlise a,u Brézil, 61s. 00 Vari furono i passi compiuti in tal senso sia dai cappuccini francesi nel secolo XVII come, successivamente, dai cappuccini italiani. Cf. Rocco DA CESINALE, Storia, III, 708, n. 2; A. JANN, Ca,ndidus Sierra, 105; FIDELIS DE PRIMERIO, Ca,pu– chinhos, 346. 2. - Attività missiona,ria,.
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