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456 APPENDICE II APF, Lettere rijerite, 141, f.323r-v; FRANCISCO (LEITE) DE FARI.~, O.F.M.Cap., Os barbadinhos franeeses e a restauraçéio pernambueana, Coimbra 1954, 61-62. Molto R. Pre: Benedicite. Non dubito che V. R. non sia per marauigliarsi in uedere la piite, che io le scriuo da Fernambuorgo, doue hora siamo arriuati il P. Gior– gio di Comburg, P. Bonis da Quinper et io e questo, atteso che poco auanti già scrissi à V. R. che noi haueuamo una Casa a S. Thomè, dalla qualle li s.ri Hollandesi ne hanno discacciati, non giudicando conuinire al bene de loro interessi lasciarci in detto luogo. Ma che scriuere a V. R. questa historia ci uorrebe del tempo assai, e noi apena arriuiamo in questo luogo di Fernamburg, e l'occasione offerta ( ?) di farui sapere nuoue di noi, io mi contentarò di auuisare V. R. della morte del P. Michele di Fresney, auenuta dentro uno de Vascelli degl' Hollandesi, nel quale egl'era stato posto priggione, sicome anco gl'altri nostri Com– pagni et io stauamo ciasched'uno in un Vascello separatamente et in– fermi, e non poteuamo uisitarci, ne darci ayiuto ( ?). Il P. Michele morì un giorno dopo che fu posto dentro del Vascello, atteso che quando ci fecero imbarcare egl'era grauemente infermo, come anco gl'altri due nostri Compagni, e fu necessario d'obedire alla uiolenza che ci fu fatta di uscire dalla nra Casa, et d'imbarcarci separatamente ciascheduno dentro di un Vascello, e questo auuenne li 27 8bre 1641, et il P. Michele morì la notte del 29 derelitto et abbandonato. Dopo la morte le fù data sepoltura nella riua del mare tra li soldati e marinari, et fù sepelito con l'habito. Et l'altri nri due Compagni stanano infermi, e pure non poteuamo andarli à uisitare. Noi siamo stati in questo stato miserabile e derelitto, tale quale non. posso rappresentarlo alla R. V., il spatio di trè mesi sino che siamo stati condotti nel Brasil à Fernamburg, doue noi arriuassimo il di 14 di Geno.; al nro arriuo siamo restati consolati in riuederci tutti, benche li nostri Compagni fossero ancora graue– mente infermi. V'habbiamo per buona sorte incontrato un amico di S. Malo, chiamato il S.r Luiggi Haycs, il quale ci hà riceuuti in Casa sua con grandiss.a affettione, et ci assiste in tutti li nostri bisogni. Il Prencipe, che gouerna questo paese, parente del Prencipe d'Oranges hà auuto à caro di uederci, e sino ad hoggi ne hà dato grande sodisfactione. Trà l'altre cose hà dimostrato dispiacere de mali trattamenti fattici a S. Tomè, ci hà offerto ogni suo fauore, et datoci libertà di andare doue noi uorremo. Non habbiamo ancor hauuto tempo di prendere luogo per stabilirci in esso, et è effeto grande della prouidenza di Dio, mentre ci hà chiamati in questo luogo, per il bene grande che ci è da fare. E di fatto tutti li Christiani, tanto Francesi, che Portughesi et Indiani. sentono un'allegrezza grande in uederci, e si potrà frà di essi fare un gandisso. frutto; purché siamo qui comportati, il che ancor non sap– piamo di certo, tutto che ne habbiamo buona speranza. Quello che a ciò ne potrebbe molto seruire sarebbe, che V. R. ci mandasse lettere del Rè, 6 di Sua Emin.za per sua Ecclza. che gouerna in questo paese, delle quali lettere egli farrebe molta stima, e ne pro– teggerebbe anco uia più. V. R. dunque piaccendogli douerà fare questa diligenza, se brama che noi andiamo dilatando la nra Missione in questo Paese. Di più V. R. ne farrà sapere se noi posiamo seruirci delle nre facoltà in questo paese, non essendo Guinea, e frà tanto noi farremo tutto il bene possibile. Et saprà V. R. che in 130 leghe in tutto questo paese non ci sono 30 Sacerdoti, che sono distanti, e separati e di po-
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