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APOSTOLATO SOCIALE 435 Tuttavia, opera meritevole svolsero pure gli altri missionari e specialmente Girolamo da lVIontefiore che fu insignito da D. Pe– dro II del titolo di « Cappellano maggiore dell'esercito brasiliano» ed ebbe la medaglia di guerra 66 • Merita di esser riferita qui la testimonianza che il consigliere imperiale J oao Pessoa Paranagua già nel 1867 scriveva all'imperatore sull'opera, in genere, dei mis– sionari: « Compio il grato dovere di comunicare a Vostra Maestà Impe– riale che i padri cappuccini, al servizio dell'esercito, disimpegnano il loro compito con vera dedizione ed anzi vanno oltre di quello che la loro missione comporta. Presso il letto degli infermi o feriti essi dànno la fiducia e la consolazione che scaturiscono dalla parola di Dio e mofte volte, servendo da infermieri, mentre amministrano ai moribondi i conforti della religione li curano pure dalle loro fe– rite, trattando tutti con grande umanità e carità sia negli ospedali ordinari oppure da campo, sia nell'infuriare del combattimento, dove affrontano coraggiosamente il fuoco nemico. Tra essi molto si è distinto p. Fedele da Avola che fu il primo a raggiungere la zona di guerra, due anni fa, e che si è accaparrata la stima e la venerazione di tutti i soldati i quali, nel momento del pericolo, lo vedono accorrere ovunque; egli è stato coadiuvato per molto tempo, nel suo compito, dal èonfratello p. Gerolamo da Monte– fiori che venne poi trasferito nell'ospedale militare di Montevideo, dove attualmente sta prestando buoni servizi con p. Giuseppe da Montefiore 67 • Nell'ospedale di Saladero presta servizio p. Gabriele da Barra, uomo di carattere tanto dolce che si è acquistata la stima e il ri– spetto dei suoi superiori e degli individui affidati alle sue cure. Nell'esercito, aiutando p. Fedele, si trova p. SalYatore da Na– poli che, come il confratello, si è mostrato instancabile nell'assol– vimento dei suoi sacri doveri e per questo gode presso l'esercito molta stima 68 • Prigionieri nelle mani del nemico stanno i pp. Mariano da Ba– gnaia e Angelo da Caramanico, il primo catturato nei dintorni di Taunay, che accompagnò il Conde d'Eu dopo che il duca di Caxias lasciò il coman– do dell'esercito, nel suo volume dal titolo: Recordaçi5es, descrive l'impressione che , ebbe il 25 aprile 1869 nella chiesa di Luque (Paraguay): « Nesta igreja, todas as noites da-se um tocante espectaculo. E' o virtuoso Frei Fidelis d'Avola, o bom e tao util capuchinho, que reza o terço acompanhado pela voz comovente do pobre sol– dado. Ai acodem eles de motu-proprio a erguerem a Virgem as sentidas palavras da ladainha; depois ouvem as exhortaç5es do sacerdote, e esses homens, ao menos urna vez por dia, tem momentos de meditaçao religiosa tao util nesta vida de lutas ». 66 Cf. GREGORIO DE S. MARINO, Os capuchinhos na Bahia, in Anais IV, 567. " 7 P. Giangiuseppe da l\fontefiore, della monastica provincia delle Marche, giunse nel Brasile nel 1858 e per 7 anni fu professore nel semin:;,rio diocesano di S. Paulo. Nel 1865 si recò come cappeÌ!ano militare a Montevideo (Uruguay), dove prestò servizio in ospedali di guerra sino al 1870. 'In seguito trattò di fondare nellà capitale uruguayana un convento di cappuccini del quale fu per qualche tempo su– periore. Dal 1874 fu missionario nel Chile, dove morì nel 1886. Cf. FIDELIS DE PRI– MERIO, Capuchinhos, 381; ANTONIO DA MONTEVIDEO, Los Capuchinos genoveses en el Rio de la Plata, 33s. 68 Su p. Salvatore da Napoli si veda a p. 242s.

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