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430 ALTRE ATTIVITÀ apparvero volenterosi sulle trincee della sciagura e in ciò popolo e governo si trovarono uniti nel manifestare la loro riconoscenza e la loro ammirazione. Anche qui accenneremo a qualche episodio. Febbre gialla, colera e vaiolo afflissero molte volte il Brasile nel secolo scorso; a intermittenza i terribili morbi scoppiavano ora qui ora là, desolando intere regioni e assurgendo alcune volte a calamità nazionali 39 • Una delle prime città colpite, dopo l'istituzio– ne del commissariato generale, fu la stessa capitale del paese, Rio de Janeiro, dove intorno al 1850 la febbre gialla (detta « febbre amarela » o anche « vomito preto ») aveva assunto proporzioni al– larmanti, facendo oltre 200 vittime al giorno. In tale circostanza il commissario generale mise immediatamente i missionari a disposi– zione del governo per l'assistenza ai colpiti dal morbo. Scriveva il ministro della giustizia nella relazione annuale del 1850 presentata all'assemblea nazionale: « Non terminerò [la mia esposizione] senza riferire un fatto che molto onora i missionari residenti nell'ospizio della corte [S. · Sebastiao do Morro do Castelo]. Quando il morbo epidemico s'ab– batté su questa città terrorizzando la popolazione che non era abi– tuata a tale sciagura, la Santa Casa della Misericordia creò imme– diatamente un lazzaretto nell'isola del Bom J esus e cercò sacerdoti che lì portassero il conforto della religione. P. Fabiano da Scan– diano, prefetto dei missionari cappuccini, mi comunicò che, secondo il costume del suo Ordine in queste tristi circostanze, tutti i reli– giosi residenti nell'ospizio del Morro do Castelo erano pronti a pre– stare gratuitamente il servizio spirituale, ovunque occorresse. Il governo accettò, ringraziando, tale disinteressata offerta » 40 • Tra i primi a prestar servizio nell'isola del Bom J esus fu p. Luigi da Sonnino che venne attaccato dal male ma che, grazie alle cure dei medici, poté riaversi 41 . La stessa sorte toccò a p. Ve– nanzio da Ferrara che rimase nel lazzaretto per lo spazio di 5 anni (1854-1859); contratto alla fine il morbo, per poco non soccom– beva42. Di questa assistenza in « lazzaretti » si ha notizia anche in altre città, come a Bahia 43 ; ma qui ricorderemo soltanto l'opera prestata in momenti d'eccezionale pericolo e cioè nell'infuriar di morbi che devastavano regioni. Nel 1856 il colera, dopo esser com- 3 " Cf. R. GALANTI, Compendio de historia do Brasil IV, 480, 481. 4 o Cf. Eusebio de QUEIROZ COUTINHO MATTOSO CAMARA, Relatorio... apresentado à Assembleia Geral Legislativa na 2a sessiio da sa Legislatum, Rio de Janeiro 1850, 15s. 41 Cf. MODESTO REZENDE DE TAUBATÉ-FIDELIS MOTTA DE PRIMERIO, Os missiona– rios capuchinhos no Brasil, 383. P. Luigi, della monastica provincia degli Abruzzi, giunse in Brasile ne] 1846 e svolse attività missionaria nel Piaui, in S. José de Leonissa e Rio de Janeiro. Rimpatriò nel 1854. 42 Cf. GREGORIO DE S. MARINO, Os capuchinhos na Bahia, in Anais IV, 570. 43 Intendiamo lazzaretti, ospedali di contagiosi e cose del genere. Questa for– ma d'apostolato, di cui si ha già notizia in quasi tutte le città dove sorge l'ospizio, durante il secondo Impero, s'intensificherà nel periodo successivo (e cioè della Re– pubblica) col moltiplicarsi dei conventi.
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