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APOSTOLATO SOCIALE 429 i 'quilombeiros', questi s'indussero a guidare il missionario al 'mo– cambo', dove l'attendevano i capi » 35 • In Bah i a, fra l'altro, un'importante missione di pace venne affidata ai pp. Gianevangelista da Montemarciano e Gaetano da S. Leo in relazione alla sanguinosa pagina di storia bahiana che fu la rivoluzione e poi la guerra d'esterminio di Canudos, incentratasi intorno ad Antònio Conselheiro e ai suoi seguaci 36 ; essa naufragò, non però a motivo, come scrive Euclydes da Cunha, dell'impru– denza dei missionari, ma per circostanze che diremmo inelutta– bili37. Tale missione, effettuata nel 1895, esula dal periodo di storia da noi studiato, ragion per cui non dedicheremo ad essa che questo semplice accenno. Tuttavia il fatto della scelta dei missionari della Pietà per il delicato incarico prova come anche a Bahia essi fossero considerati degli elementi indispensabili, in simili circostanze, e come alla loro parola s'attribuisse un grande valore di persuasione, il che del resto era stato dimostrato in più d'una occasione 38 • 3. - ASSISTENZA DURANTE MORBI CONTAGIOSI L'opera di pacificazione, svolta con impegno e larghezza a se– conda della necessità, va di pari passo con quella assistenziale attuata durante l'infuriare di morbi contagiosi, come vaiolo, colera, febbre gialla, e cose del genere. Da molteplici testimonianze risul– ta che i missionari si dedicarono largamente a sollevare i colpiti da questi morbi, pronti a far sacrificio anche della propria vita; o chiamati dal governo ovvero sospinti da quello spirito di carità che rimaneva alla base della loro missione, in ogni tempo essi 311 Gf. Ernesto CRUZ, Procissao dos séculos, 131. Il « mocambo » era il luogo dove, con il capo, risiedeva il grosso delle forze nere ribelli. 36 Cf. R. GALANTI, Compendio de historia do Brasil V, 234ss; Nina RODRIGUES, A loucura epidemica de Canudos, Rio de Janeiro 1897. 87 Per il giudizio sfavorevole di Euclydes da Cunha, si veda la sua c,3lebrata opera: Os sertoes, 208ss. Ma giustamente scrive p. Gregorio de S. Marino che « quem le o livro maravilhoso deste grande escritor - Os Sertoes - forma um conceito de Frei Joao que nao corresponde à verdade, ao carater deste venerando missionario e ao zelo que sempre animou seu ministério apostolico. Basta ler o « Relatorio » sem preconceitos sectarios dos ateus, tendo presente o ambiente pavoroso dos Canudos e o espirito iluminado da Religiao Catolica, para comprehender quo nao houve nenhuma « iinprudencia >>, << precipitaçfio contraproducente », « intransigencia », nem « desa– fio imprudente», nem « amaldiçoou ». Pregou a verdade toda, nao traiu o seu dever, e deixou um exemplo de coragem sacerdotal, que sera um monumento imperituro diJ gloria. Quando ja velho inutilizado para o trabalho e cégo, me contava os porme– nores da Missao de Canudos, em tudo conforme o Relatorio, fazia-o com a convicçao de ter cumprido. um dever sagrado, cmbora se mostrasse penalizado pela sorte desses infelizes. Ninguem tem direito de julgar e condenar urna con_sciencia reta, fazendo com critérios muito discutiveis ». Cf. Os capuchinhos nri Bahia, in Anais IV, 574ss, dove è riportato integralmente anche il Relat6rio del missionàrio consegnato, dopo la sua missione_, al rappresentante dell'arcivescovo di Bahia (che allora si trovava in Europa per la visita ad limina). 88 Così, ad esempio, durante la cosiddetta Sabinada (rivoluzione del 7 novem– bre 1837), che ebbe strascichi nel sertao e che vide all'opera di pacificazione i mis– sionari ambulanti Luigi da Belforte, Ambrogio da Roccacontrada, Candido da Tag– gia, Paolo da Panicale, e altri. Cf. Libro Mastro, ACB, Fonti mss. l, I, 31ss. Si veda anche [Basilio PEREIRA], Os religiosos capuchinos da Bahia, 24.

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