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378 MISSIONI « AMBULANTI » acquedotti e vari cammini di comunicazione, costruì diversi ponti, e dotò di pingue patrimonio l'ospedale da lui fondato » 50 • Tutta questa attività sociale e umanitaria non raffrenò il di– namismo apostolico di p. Eugenio; pur con sede :fissa in Uberaba, egli non mancò di compiere altre puntate nella regione vastissima e priva di clero, con i soliti cicli di missioni ambulanti51. Da note diarie circa il frutto spirituale raccolto nei suoi 28 anni di mis– sione risulta che, dai lontani inizi di Rio sino al 31 maggio 1871 in Uberaba, le sue fatiche apostoliche si traducevano nei dati se– guenti: 820 missioni predicate con decine di migliaia di confes– sioni e comunioni, matrimoni legittimati e altri sacramenti ammi– nistrati; distribuito 1.360 libri devoti e alcune migliaia di meda– glie, rosari e immagini. Nello stesso tempo, vero apostolo della buona stampa nel cuor del Brasile, aveva ritirato e bruciato 585 libri osceni e altre 220 stampe immorali. L'infaticabile missio– nario fu inoltre uomo di grande carità occupandosi, oltre che di am– malati e infelici di ogni genere, di schiavi e pellegrini; durante il suo apostolato egli ottenne l'emancipazione di 686 schiavi, pren– dendone sotto la sua protezione altri 187, e, quanto alla sua com– prensione verso i pellegrini e i viandanti, basti dire che nel 1871 aveva già dato ospitalità nella casa di Uberaba a 19.614 persone 52 . P. Eugenio morì in Uberaba il 15 giugno 1871 all'età di 59 anni; la sua attività, così estesa e multiforme, non sfuggì al morso della calunnia, specialmente ad opera della massoneria, da lui apertamente smascherata e bollata con parole di fuoco nella pre– dicazione53; ciò che più lo fece soffrire fu l'accusa di essere proprie– tario, giunta sino al commissario generale e da lui confutata in una nobilissima lettera che, scritta 1'8 gennaio 1871, può considerarsi come il suo testamento spirituale, giacché antecede di pochi mesi la sua morte 54 . Anche dopo la sua morte, che fu piissima avendo rice- 5 ° Cf. GIUSEPPE DA CASTROGIOVANNI, Not-izie storiche, 87. 51 G'f. ACRJ, E: 1/III, 13-14. 52 ACRJ, E: 1/III, 18; FIDELIS DE PRIMERIO, Ccipiwhinhos, 267. 53 Da Uberaba il 5 maggio 1857 scriveva al commissario generale che la mas– soneria, « orrenda e subdola», con le sue calunnie lo riempiva di tristezza; ma egli non disanimava e continuava a predicare « le Sante Missioni». Cf. ACRJ, E: 1/III, 13. 54 Ecco il brano che interessa: « Hoje, 8 de Janeiro de 1871, pelas 7 horas da tarde, com o feixo de 22 do p. p. mez de Dezembro, recebo a extimadissima carta de V. Rma. : na qual manda-me por preceito de Santa Obediencia, que venda ter– ras, cazas e reparta com os pobres, porque morendo eu, nao se apodere o Con– sul Italiano do esbulho: eu morto: e isto porque pessoa fidedigna disse a V. Rma. que, morendo, dava encomodo a V. Rma.: ao que tenho-lhe a responder, com pala– vras cheias de verdade, e nao evasivas, que nunca foi meu costume: 1 ° eu nunca pos– sui terras e nem possuo; tenho huma pequena casa, nao acabada, de nossa morada, feita com esmola e da qual o governo faz-me pagar perto de 5 cruzeiros cada anno: emquanto a dinheiro, nao estou esquecido da doutrina do meu serafico Patriarca, « estar vicino alla perdizione quel frate che fa più caso del denaro che dello sterco». Se ha alguma coisa a respeito de cazas, V. Rma sabe que tenho entre maos a San– ta Casa da Misericordia, e que pertencem a ella para lhe formar hum patrimonio, com a licença do Governo. Nao é meu o que pertence a Santa Casa: - a respeito da pessoa fidedigna, nolite credere otnni spiritui. Eu nunca fui proprietario, porque
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