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PREFETTURA DI RIO DE JANEIRO 377 Separatosi da p. Francesco allorché quest'ultimo dovette ac– compagnare il vescovo di Mariana in visita pastorale (1855), egli s'incamminò verso l'ovest di Minas che non era stato ancora evan– gelizzato dai due missionari; toccando Bambu, Pita,ngui 11 , Araxa e altri luoghi, nell'agosto del 1856 entrava in Uberaba 18 dove, con tutto l'esterno apparato possibile, predicò una grande missione durata un mese; l'entusiasmo suscitato dal missionario fu inde– scrivibile: « una folla immensa s'accostò ai sacramenti» e molti, sinceramente commossi dalla parola del missionario, « bruciarono libri osceni e stampe immorali, concessero la libertà ai loro schiavi, legittimarono il loro matrimonio dinanzi alla chiesa, smisero odi e rancori» : in una parola fu un risveglio di vita e pratica cristiam,. Il fatto inaspettato fu che 4.000 fedeli si presentarono a p. Eu– genio pregandolo che rimanesse stabilmente tra loro in Uberaba per assistere spiritualmente gli abitanti del vastissimo municipio. Naturalmente, alla proposta il missionario si schermì; ma la ca– mera municipale compì i passi necessari presso il governo e il commissario generale e alla fine ottenne che il suo desiderio si attuasse 49 ; così Uberaba da lì innanzi divenne la sede abituale e il campo fecondo delle fatiche di p. Eugenio che vi realizzò, fra l'al– tro, opere notevoli anche di ordine sociale. Scrive p. Giuseppe da Castrogiovanni accennando ai frutti della sua operosità in questo settore: « Il nostro attivo e instancabile missionario fabbricò in Uberaba un artistico e grande cimitero, forse uno dei, migliori che si tro– vano in tutto il Brasile. Costruì pure un grande ospedale, detto Santa Casa. Questo edificio, con atrio chiuso da muri di pietra, forma un quadrilatero occupando tutto il grande quartiere che fa fronte alla Piazza della Misericordia, in una estensione di metri 273 per 73 di lato. Ricostruì e adornò varie chiese e cappelle, fece rata la sua prima sanità», « Il bene della nussione continua eccessivo e la raccolta è superabbondante: persone di 30, 40, 50 anni che da 12 a 20 anni non si confessa– vano, appariscono,,. per mettersi in pace con Dio ». Ha disturbi intestinali. - D. 11: S. Gonçalo, agosto 1854. La missione sta ottenendo « grandissimi frutti: meretri– ci, concubine, peccatori inveterati, come anche povera gente dell'interno, tornano a Dio »: « io per li travagli della missione diventai debole, ma giammai lasciai le missioni, e adesso vo riacquistando nuove forze perché Iddio, per la sua misericordia, mi chiamerà a nuovi travagli». Sempre in ottime relazioni col vescovo. - D. 12: Calhao do Para ( ?), 7 giugno 1855. « Le missioni continuano a produrre frutti nello spirituale e nel temporale»: il vescovo « caldamente raccomanda che continui nella santa Missione ». 11 Da Pitangui, in data 5 febbraio 1856, segnalava al commissario generale il continuo espandersi dell'azione missionaria, tradotta in « larghissimi travagli spiri– tuali e materiali »; egli affermava d'esser rimasto profondamente turbato dalle false accuse lanciate contro di lui: « sono i perfidi che non possono sopportare i frutti delle sante missioni », in particolare i massoni che adottano una « politica maledetta». Cf. ACMC, H 86, Comm.Gen.Brasiliae (Rio de Janeiro), B, 1. <il Oggi sede di diocesi, eretta il 29 settembre 1907. Cf. Manuel BARBOSA, A lgreja no Brasil, 39. 10 Il motivo addotto fu quello di dare al missionario la possibilità di con– cludere la « santa casa da Misericordia » (ospedale) al quale aveva di fatto posto mano. Cf. FIDELIS DE PR!MERIO, Capuchinhos, 267, nota 2.

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