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374 MISSIONI << AMBULANTI » sone. Seguono altre missioni in Mateus, Leme, Para de Minas, Cajaru, Pitangu:f, ovunque col solito corredo di chiese, cappelle e cimiteri3 7 • Dopo questa tournée apostolica, durata sette anni continui, p. Francesco accompagnò il vescovo di Mariana, D. Antonio Fer– reira Viçoso, in visita pastorale 38 , estesa alle zone di Itabira do Campo e Mato Dentro. Il nuovo compito, paragonabile suppergiù alle stesse missioni, occupò il missionario per circa un anno; in seguito, ripreso il ministero ambulante vero e proprio, p. France– sco percorse fra l'altro Sete Lagoas, S. Luzia, Sahara (1857), Cae– té, Santa Barbara, Prata (1858), Serro e Diamantino (1859). In due lettere del 1861 al commissario generale egli parla di continui viaggi, predicazioni, costruzioni di cimiteri, cappelle, restauri a chiese 39 , L'infaticabile missionario continuò il suo apostolato sino alla morte nonostante che, negli ultimi tempi della sua vita, andasse soggetto a dolorose infermità. Nel maggio del 1863, pur senten– dosi sfinito, accettò una ennesima missione in Abre Campo; pre– dicò alcuni giorni, poi la malattia che portava nel sangue ebbe una recrudescenza improvvisa e 1'8 oppure il 9 del giugno succes– sivo ne stroncava l'esistenza 10 • P. Francesco fu uno dei tipici missionari popolari nel Brasile del secolo scorso. Dotato di facile parola, talora prolungava i suoi discorsi per tre o quattro ore e gli uditori pendevano attenti dal suo labbro senza stancarsi. Il suo dire, caldo e persuasivo, la vita povera e austera, lo zelo, i viaggi disagiati e interminabili e so– prattutto la sua instancabilità nel lavoro che dà veramente il senso delle« missioni senza conforto e senza fine » 4 1, creano intorno alla sua figura quasi un'aura di leggenda, ma in pari tempo dicono l'entusiasmo che animava i missionari nel loro arduo ministero. Edoardo Francisco do Patrocinio, parroco di Abre Campo, fissando in un articolo di giornale un ultimo ricordo del missionario già scomparso da quasi settant'anni, scriveva nel 1932: « Ancora esistono in questa città ·persone anziane che ricordano p. Francesco e proclamçi,no la virtù di questo pio e illustre cappuccino che, minato da pertinace infermità contratta nel ministero, qui ter- 37 La documentazione di questo primo ciclo d'attività apostolica è contenuta nella corrispondenza di p. Eugenio da Genova: ACRJ, E: 1/III, 1-12. Si veda sot– b alla nota 46. 38 Cf. ACRJ, F: 4/I, 4: lettera al commissario generale in data 30 mag– gio 1855. 39 ACRJ, F: 4/I, 5-6: rispettivamente in data 22 settembre e 10 ottobre (1861). 40 Su p. Francesco da Corigliano, detto anche da Otranto, si veda GIUSEPPE DA CASTROGIOVANNI, Notizie storiche, 92, 112; FIDELIS DE PRIMERIO, Capuchinhos, 264s, 379. 41 Cf. Luis da CAMARA ÙASCUD0, Os capuchinhos no Rio Grande do Norte, !B. Sarà bene notare qui che, in generale, i luoghi indicati per le missioni predicate da p. Francesco e da altri missionari corrispondono al centro della parrocchia, al quale accorrevano i fedeli della cosiddetta « redondeza » e cioè dei dintorni; ma spesso il missionario, dopo aver predicato nella chiesa matrice, teneva corsi li– mitati di missione anche nelle diverse cappelle (capelas) della stessa parrocchia, il che lascia intravedere, dietro ogni nome indicato, altra somma non indifferente di lavoro.

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