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358 MISSIONI << AMBULANTI » provincia, la popolarità acquistata da p. Paolo Antonio divenne senza eguali: la stima che egli godeva era quella di un santo la cui parola fu sempre ascoltata con l'attenzione che si presta a un oracolo; la sua mediazione fu spesso richiesta come quella di un giusto nel cospetto di Dio » 33 • Anche in Sergipe le sue missioni divennero celebri per le nu– merose opere portate a termine con l'aiuto dei fedeli. Per diversi anni egli si associò nelle sue fatiche apostoliche p. Davide da Umbertide, della provincia umbra e missionario in Brasile dal 1856 al 1874, uomo che alla vasta cultura unì una tenace labo– riosità estendendo il suo ministero anche alle popolazioni indiane, già semicivilizzate, del basso S. Francisco 34 • I due missionari, dal 1860 al 1871, diedero congiuntamente 45 corsi di missioni in cui, a prescindere dal lavoro strettamente spirituale, costruirono 15 a ç ud es o piccoli laghi artificiali, una decina di cimiteri, 4 chiese e un numero imprecisato di cappelle (e cioè piccole chiese dislocate nelle frazioni della parrocchia); inoltre, durante 23 mis– sioni riunirono il materiale necessario alla costruzione della chiesa e del cimitero del rispettivo luogo e approntarono i lavori per altri 23 a ç ud es o t a n q u es (serbatoi d'acqua generalmente pota– bile) di cui doveva beneficiare la popolazione 35 • A tutte queste opere si devono aggiungere strade, ponti, lavori di bonifica, scuole., abitazioni civili e decenti, un ospedale e altre realizzazioni. Per tutta questa attività sociale e umanitaria dei missionari avvenne talora che, da primitivi nuclei di capanne sperdute nella foresta o in luoghi aridi e desolati per la mancanza d'acqua, si sviluppassero villaggi e cittadine piene di vita, rimaste a testimo– nianza dello zelo illuminato che guidava p. Paolo Antonio nel suo ministero « sertanejo » ; così, ad esempio, sorsero, le due cittadine di Vila Cristina e S. Paulo de Itabaiana, quest'ultima chiamata oggi semplicemente F re i P a u lo, a ricordo del suo fondatore 36 • so, come risulta da vari documenti, era dedicato alla SS. Conceiçao. Cf. ACRJ, P: 2/I, 21. In un primo tempo (1845-46) esso fu costruito in modo diremmo som– mario e venne poi rinnovato dall'antecessore di p. Paolo Antonio e cioè da p. Can– dido da Taggia che il 1 ° febbraio 1849 scriveva al commissario generale: « Nos aqui vamos vivendo e trabalhando no Hospicio que vamos renovando de pedra e ca] e parece-me que ficara huma obra mui mimosa»; nell'agosto dello stesso anno p. Candido comunicava: « l'ospizio è finito, bello ma piccolo, secondo le costituzioni dell'Ordine». Cf. ACRJ, C: 3/I, 2-3. 33 Cf. Homenagem, 18. Si veda anche FRANCESCO ZAVERIO, I ca,ppiwcini geno– vesi I, 190, con la documentazione ivi citata. 34 Egli fu esperto in medicina che esercitò a favore di chi a lui ricorreva. Dovette sostenere varie polemiche contro affigliati alla massoneria che lo calunnia– rono atrocemente; ma egli seppe difendersi in modo egregio. Si vedano alcune sue lettere in AG'RJ, D: 1/I, 9-13. 35 Cf. FRANCESCO DA VICENZA, I missionari ca,ppuccini della, provincia, serafica, 320. Tanques è il serbatoio pubblico d'acqua potabile. 36 Nelìa località, prima assolutamente insignificante, p. Paolo costruì la chie– s~, due açudes, aprì una scuola e compì altre opere che richiamarono nuclei disper– si di popolazione « sertanegia »; a lui si deve anche il piano regolatore della cit– tadina che favorì, regolandolo, lo sviluppo. Cf. GREGORIO DE S. MARINO, Os capuchinhos na Bahia, in Anais IV, 532. Lo stesso egli fece anche per Villa Cristina e for-

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