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PREFETTURA DI BAHIA 357 P. Paolo Antonio, della monastica provincia di Genova, nac– que a Casanova nel 1813 e vestì l'abito cappuccino nel 1834. Ordi– nato sacerdote nel 1837, egli ultimò gli studi nella sua provincia coltivando, nel frattempo, l'ideale missionario. La sua richiesta di poter lavorare nelle missioni fu accolta verso la fine del 1843, e infatti egli venne incluso nella spedizione di missionari destinati l'anno seguente al Brasile, dove giunse il 30 maggio 1844. Appresi in Rio de Janeiro i primi rudimenti del portoghese e già rivelando una spiccata tendenza all'apostolato popolare, lo stesso anno (1844) era mandato dai superiori in Espirito Santo per attendere alle missioni popolari: ma ben presto lo raggiungeva la nomina a parroco di Itapemirim, ufficio che egli abbinò alla sua passione per il ministero ambulante. Espirito Santo fu la prima destinazione di p. Paolo Antonio ed egli vi trascorse oltre un decennio (1844-1855) dedito a intensa attività apostolica. Uomo dinamico per temperamento, già in que– sto primo periodo attuò opere molteplici costruendo, in Itapemirim, la grande chiesa parrocchiale e lasciando in altre località, a con– clusione delle missioni predicate, un numero imprecisato di c r u- , z e i r o s, cappelle e piccole chiese, cimiteri, lavori stradali e ponti su piccoli fiumi, realizzati con l'aiuto dei fedeli sollecitato durante la predicazione 2 g. Durante la sua permanenza in Espirito Santo egli mantenne un certo collegamento e fors'anche esercitò una specie di controllo sugli aldeamenti amministrati dai confratelli missionari e specialmente su l'Imperia! Aldeamento Afonsino e l'importante colonia di S. Izabel3°. Chiamato a Rio de Janeiro nell'ottobre del 1855 dopo che il vescovo diocesano aveva :finalmente provveduto con sacerdote secolare alla parrocchia di Itapemirim 3 1, venne nominato vice– prefetto apostolico in Sergipe, carica che egli tenne sino al 1871. Lavoratore instancabile e organizzatore sapiente, p. Paolo Antonio rivelò nei quasi 16 anni di apostolato sergipano la sua piena per– sonalità di missionario consumato e d'uomo geniale e intrapren– dente. L'autore dell' H omenagem riferendosi a questo periodo scriveva: « Facendo dell'ospizio di Sao Cristovao 3 ' 2 il punto di pal'tenza per innumerevoli missioni che predicò in tutte le parrocchie della 20 Si vedano, di questo periodo, lettere di lui in ACRJ, P: 2/I, 1-10. La chiesa di Itapemirim fu costruita tra il 1853 e il 1855; in data 16 gennaio 1854 comunicava al commissario che stava lavorando intensamente alla costruzione e che sperava di poterla finire entro l'anno; ma il 29 giugno 1855 scriveva di essere oc– cupato nelle refiniture; il vescovo doveva benedirla 1'8 settembre dello stesso anno. lb., docc. 4 e 10. 3 0 Cf. ACRJ, P: 2/I, 5, 10. Nella prima lettera (2 luglio 1854) dice che spe– rava di trovarsi a Rio per l'agosto, ma che il presidente della provincia, visitando in tal tempo l'aldeamento affonsino, voleva che p. Paolo Antonio si trovasse pre– sente per amministrare il battesimo ai bambini indiani. In altre lettere dà no– tizie del p. Wendelin che lavorava nella colonia di S. Izabel. 31 ACRJ, P: 2/I, doc. 10 (29 giugno 1855). 32 Quest'ospizio fu così chiamato dal nome della città in cui sorgeva; ma es-

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