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336 èATECHESI INDIANA e assistito dal confratello che piangeva a calde lagrime la sua morte immatura 109 • Dopo la scomparsa di• p. Carmelo la missione dello Xingu vi– vacchiò per un altro biennio, poi si estinse a motivo dei rinno– vati attacchi dei Carajas che dispersero gli indios aldeati; essa servì nondimeno a creare nel governo del Para la convinzione che un aumento di missionari sarebbe stato utile avvio alla soluzione del problema indiano, così grave e urgente negli sterminati terri– tori della provincia. Scriveva il presidente Alfredo de Oliveira nel Relatorio del 17 aprile 1870 col, quale trasmetteva l'amministra– zione della provincia al suo successore Abel Graça: « Per ciò che ho visto nella mia provincia, dove virtuosi missio– nari cappuccini con facilità radunano il popolo e gl'ispirano buoni principi, sanno migliorare i costumi, eccitare all'amore per il la– voro, edificare, quasi con genio d'improvvisatori, chiese, collegi e case d'educazione, aprir strade e realizzare altre opere di pubblico interesse... per tutto ciò, dico, io sono profondamente convinto che essi ben potrebbero catechizzar gl'indigeni e, con questa gente in– felice strappata alla vita errabonda e selvaggia, fondare molte colonie la cui direzione io affiderei loro di buon grado, sicuro dei risultati che non potrebbero mancare. Esempio tipico è la missione dell'alto Xingu dove due poveri cappuccini, p. Ludovico e p. Carmelo da Mazzarino, affrontando pericoli e disagi e sacrificando la propria vita, già ottennero di riunire una tribù che si dedica al lavoro e da questo ricava i mezzi 109 Fidelis de Primerio (Capuchinhos, 383) soggiunge che il m1ss10nario « mo– rì come un santo ». Si veda l'accenno del presidente della provincia, Abel GRAQA, Re– latorio apresentado à Assemblea Legislativa Provincia/ na segunda sessao da 17a Le– gislatura, Para 1871, 42. Commossa è la lettera che p. Ludovico, dandone notizia, scriveva al vicecommissario generale, p. Venanzio da Ferrara, in data 2 luglio 1870 con molti particolari sulle ultime ore di vita del moribondo; dopo aver ricevuto tutti i sacramenti, compresa l'estrema unzione, p. Carmelo « quiz o crucificado, abra– çou-o encarecida e fortemente ao coraçào e levantando-o rezou aquella estrophe... Recorclare Jesu pie quocl sum causa tuae viae, concluindo com o Ne me perclas n'ista die, fazenda cahir duas grossas lagrimas de seus olhos sobre o crucifixo; o que, tendo-me enternecido, fui obrigado arredar-me um pouco delle, a fim de lhe encumbrir a grande commoçào que naquelle instante esperimentava. D'ahi a pouco me chamou a si e disse-me: « Meo Padre, assente-se a minha cabeceira e nao me abandone mais, pois estou perto a morrer ». As cinco da tarde repetio-me que o niio desamparasse até o ultimo respiro; entiio o mudei da rede para um colchiio e la ficou socegado até 9 e 35 minutos do mesmo dia 25; as nove e dez minutos da nocte disse-me que me fosse deitar, visto ter eu perdido muitas noictes e que podia cahir doente; porem tendo-o convencido com doçura, quiz de novo o crucifixo que havia deixado na rede; abraçado-o fervorosamente ao coraçào, balbuciou algumas jaculatorias e pegou no somno para despertar na eternidade; com effeito as nove e 40 minutos expirou placidamente no Senhor, deixandome com summa saudade por te-lo perdido, e com summa consolaçào por te-lo visto gozando na mançiio dos Justos! E nos? Nos neste valle de miserias charando os nossos peccados. Ah meo bom Padre, o que havemos ds fazer se niio conformar-nos com a sancta vontade de Deus, e re– cc,mmendar-nos à SS. Virgem, a fim de passarmos felizmente desta para outra vida e gozarmos das consolaçiies que nunca hao de acabar ». Cf. ACRJ, L: 3/I, 11. Nella cronologia dei fatti noi seguiamo qui Fidelis de Primerio (Capuchinhos, 333s), che colloca la morte di p. Carmelo dopo il ferimento di p. Ludovico da parte dei Carajas; ma il ferimento forse ebbe luogo dopo la stessa morte e cioè tra il luglio e il set– tembre del 1870.

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