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LE CATECHESI DEL NORD 335 deamento si moltiplicavano; di questi il più importante fu quello di una strada in piena foresta che, partendo da Tucurui, avrebbe condotto alla missione evitando l'immensa ansa formata dallo Xingu e inoltre le numerose e pericolosissime cachoeiras (casca– te e rapide) che la caratterizzavano 104 ; inoltre, data la domesti– chezza delle tribù che si presentavano spontaneamente 105 , si pro– gettavano lungo il fiume altre catechesi secondarie. 111.Ia infelicemente, difficoltà e prove in un seguito accasciante stavano per incominciare. Nel settembre del 1869 p. Ludovico era colpito in forma acuta dalle febbri palustri e costretto a recarsi alla capitale per curarsi; rimessosi quasi per miracolo dopo che i medici avevano disperato di salvarlo 10 6, tornò alla missione per riprendere la sua a,ttività; ma poco dopo, un attacco compiuto dagli indios Carajas contro le tribù stabilite sul territorio della colonia produsse gravi danni e il missionario fu raggiunto da una freccia che io colpì in un fianco, lasciandolo quasi dissanguato 101 • Raccolto e portato alla capitale, ebbe la fortuna d'imbattersi in un medico tedesco che lo curò affettuosamente, ridandogli le forze e la salute 108 • 111.IÒlti allora lo sconsigliarono dal ritornare sullo Xingu a mo– tivo della debolezza rimastagli e del pericolo delle febbri; ma il missionario conosceva il suo dovere e inoltre pensava a p. Carmelo, rimasto solo nella zona insicura; così, nel febbraio del 1870 ripren– deva a navigare sull'Amazzoni e poi, in canoa, risaliva lo Xingu. Ciò fu una provvidenza perché p. Carmelo, già sofferente a inter– mittenza di paludismo, ai primi di marzo dello stesso anno era stato attaccato da una ·forma di febbre gialla. Si può immaginare il suo conforto quando, il 19 dello stesso mese, vide comparire nella missione il confratello e superiore, di cui egli non aveva avuto più notizia dopo il ferimento causato dall'incursione dei Ca– rajas. Curato da p. Ludovico, egli ebbe una ripresa momentanea; ma le febbri e le fatiche avevano ormai minato il suo organismo: egli moriva il 25 aprile successivo confortato dai santi sacramenti 101 Molte sono le lettere di p. Ludovico che accennano a questa strada, di una trentina di chilometri e utile non solo alla missione ma anche ai siringueiros (estrat– tori di gomma) per i loro trasporti. Cf. ACRJ, L: 3/I, 8, 10, 12, 13. 105 Così ad esempio gli Arar a s, per due volte; ma - soggiungeva p. Car– melo - « non abbiamo mezzi per sostentarli». Cf. ACRJ, L: 3/II, 3. 106 ACRJ, L: 3/I, 6-8. In Belem s'alloggiò da prima presso il vescovo, poi pres– so un sacerdote francese chiamato Augusto Cuberre, dal quale fu trattato con la massima cura; in data 1 ° novembre 1869 egli scriveva di aver già fatto la « espro– pria » e di prepararsi a morire. Ib., 7. 107 ACRJ, L: 3/I, 12 e 13. L'attacco disperse completamente gli indios T a - c un ha - p e u a s e J u runa s con 7 morti e danni all'aldeamento valutati a 4 contos; p. Ludovico venne ferito in un'imboscata mentre scendeva alla capitale per ragguagliare il governo sull'accaduto; la ferita riportata, profonda 5 centime– tri, lo colpì tra la quarta e quinta costola; per fortuna la freccia non era avve– lenata e non ebbe a ledere parti vitali. 108 Cf. GIUSEPPE DA CASTROGIOVANNI, Notizie storiche, 92. Si veda anche PE– LINO DA CASTROVALVA, Un missionario nel Brasile, in Annali Francescani 14(1883) 374.
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