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330 CATECHESI INDIANA stato, diviso in varie sezioni o rami con relative officine e un ambulatorio; un piano regolatore tracciato da p. Pelino avrebbe dovuto dare il via a varie altre costruzioni che potevano formare il nucleo iniziale di una futura cittadina. Numericamente la catechesi s'allargò sino ad abbracciare oltre 700 individui 86 ; i due missionari attendevano assiduamente all'istruzione religiosa, alla scuola, all'andamento di tutto il vasto complesso coloniale e vegliavano attentamente contro le mene dei soliti regatoes, rintuzzandone la spericolata audacia o smasche– randone le subdole manovre. P. Antonino, vero padre degli indios, risiedeva abitualmente nella missione, mentre p. Pelino all'occor– renza intraprendeva i necessari viaggi sia a Belem per ottenere dal governo attrezzi e vestiario 87 , sia alla ricerca o pacificazione degli fndios rimasti fuori del raggio della missione. Ma sull'opera dei missionari venne a pendere una minaccia mortale, rappresentata dalla guerra che loro facevano i rigattieri. P. Pelino, in modo particolare, si mostrò duro contro questi sfrut– tatori, prevenendo gli fndios contro la loro astuzia e allontanando risolutamente i malcapitati che incontrava sul territorio della mis– sione. Se non che, a così grande distanza da Belem e con la facile corruzione esistente in talune sfere massoniche dell'autorità re– sponsabile, le accuse contro di lui si moltiplicavano prendendo con– sistenza; essendogli stato intentato un processo, egli si presentò in tribunale dimostrando la sua completa innocenza e difendendo coraggiosamente la sua opera: così poté ritornare alla sua ca- . techesi 88 • Ma le mene dei rigattieri non cessarono, anzi, irritati dalla costanza dei missionari, essi giunsero ad architettare un piano di assalto e distruzione della missione, fortunatamente sventato da p. Pelino 89 • Nel 1875 p. Antonino da Albano, colpito gravemente ni 14(1883) 591s; P. PUETTER, A missiio entre os Mimd1truci,s de Bawbal, in Santo An– tonio 5(1947), 1' 42. so Cf. ACRJ, A: 1/I, 1: lettera di p. Antonino da Albano al commissario ge– nerale in data 14 maggio 1874, dove il missionario, accennando alle gravi difficoltà, scriveva con un certo disanimo: « Havia n'esta Provincia tres Missoes; duas estilo ja reduzidas em p6, e a terceira nao sei quanto tempo possa ainda durar na porfiada luta travada com seus inimigos (regatoes e comerciantes) ». E dopo aver accennato che un deputato del Para stava raccogliendo firme (false) contro i mis– siorn,ri, soggiungeva: « ·Até hoje a nossa missao, por termos resistido constante– mente a esses mesmos regatti'ies, acha-se muito bem e os indios vivem contentes e vao aumentado-se de dia em dia sendo agora 700; nao sei porem o que acontecera no porvir 1 pois a nossa vida esta continuamente em perig·o e ameaçada ». 87 In uno di questi viaggi, nell'attraversare la zona delle rapide, il missio– nario naufragò salvandosi per miracolo, ma perdendo tutto il prezioso carico che portava con sé da Belem. E' inoltre da notare che egli, recandosi alla capitale, con– duceva sempre con sé un diverso gruppo di indios perché avessero ad apprezzare i benefici della civiltà. Cf. Un missionario nel Brasile, in Annali Francescani 14(1883) 752ss, 593. 88 Cf. ACRJ, P: 1/I, 5: lett. al commissario in data 26 dicembre 1874. I capi d'accusa erano il suo fermo procedere contro i rigattieri. 89 Si veda la corrispondenza dei missionari citata alla nota 82; in essa pra– ticamente non si parla che di difficoltà e contrasti con i regati'ies. P. PUETTER,
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