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318 CATECHESÌ IN:l)IANA diversi per le scuole, dormitori, officine, magazzini necessari alla vita del vasto complesso scolastico-coloniale; seguivano poi i campi, coltivati secondo i più moderni metodi e con prodotti selezionati di cui i più importanti erano la canna da zucchero, il caffè, il cotone e il riso. Anche il bestiame, consistente in bovini e ovini, rappre– sentava una parte non indifferente del patrimonio della colonia; nel 1894 esso era valutato a 12 milioni di franchi2°. Dietro inte– ressamento dei missionari, la colonia si era col tempo arricchita di macchine agricole procurate in Europa; altre macchine, ancor più costose, servivano per la lavorazione della canna da zucchero, il cotone e la lana. Naturalmente la cura principale dei missionari andava al– l'istruzione e formazione cristiana degli alunni affidati alla loro responsabilità; si può ritenere che nei 22 anni in cui essi rimasero alla direzione della colonia, molte centinaia di giovinetti uscissero dalla scuola ben preparati alla vita, costituendo buone famiglie cristiane. Degli indios molti servirono nell'esercito o abbracciarono un mestiere o una professione in centri civili; ma non mancarono quelli che, sia come interpreti ovvero come rappresentanti del governo negli aldeamenti costituiti, spianarono la via alla civiliz– zazione delle rispettive tribù 21 • 2. - CATECHESI DEL MARANHÀO Una certa attività catechetica è segnalata in questo periodo anche nel Maranhao, una delle regioni a più alta percentuale di amerindi e costituita in viceprefettura dipendente da Pernam– buco22. Sfortunatamente la documentazione superstite è scarsa e non lascia intravedere che singoli tentativi, coronati da maggiore o minor successo, con indicazioni generiche circa il lavoro e il tempo passato dai missionari nel ministero indiano. Del p. Bene– detto da Bobbio, per citare un esempio, il cronista di Rio scrive che « per lo spazio di 40 anni missionò tra i selvaggi del Maranhao e in altri luoghi del Brasile, prestando riìevanti servizi alla reli– gione e alla civiltà » 23 • Allo stesso modo, di p. Lorenzo da Monte– leone il cronista annota che, giunto nel Brasile nel 1847, « appena apprese la lingua, fu mandato nel Maranhao tra i selvaggi», cer– to con lo scopo di occuparsene; ora è vero che solo quattro anni dopo le febbri malariche stroncavano la sua esistenza 2 ' 1 : ma, intan- 2 ° Cf. A. JANN, Candidus Sierro, 47. 21 Qualcuno entrò come maestro, debitamente stipendiato dal governo, nelle catechesi tenute dai missionari nel Goias e altrove. Cf. ACRJ, A: 1/VIII, 12. 22 Clemente da Terzorio (Manuale historicum, 327) scrive che essa dipendeva da Rio de Janeiro, il che può anche ammettersi se ci si riferisce al commissario generale che risiedeva appunto a Rio; ma tutti i documenti relativi mostrano che i missionari del Maranhiio erano strettamente legati a Pernambuco. Cf. ACM, 1/A. 23 C'f. GIUSEPPE DA CASTROGIOVANNI, Notizie storiche, 91. Già si è parlato di que– sto missionario come catechista in Minas Gerais e Espirito Santo. Si veda a p. 257. 297. 24 Cf. GIUSEPPE DA CASTROGIOVANNI, Notizie storiche, 92. P. Lorenzo apparte-
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