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296 CATECHESI INDIANA P. Wendelin, trovando appoggio nel governo, diede al nucleo di sua dipendenza largo impulso; attirò altri primitivi, ingrandì e rese prospera la riduzione, costruì la chiesa, aumentò l'efficien– za della scuola e dell'apprendistato 104 • Occorreva però nuovo per– sonale, il che avrebbe consentito di stabilire altri nuclei indigeni e di estendere il raggio della catechesi, che si presentava sotto i più favorevoli auspici. Nel 1856, con licenza dei superiori, si portò in Austria e al suo ritorno condusse con sé i due confratelli Pie– tro Regalato e Adriano da Lantschner, con i quali progettò un ampliamento delle terre coltivate che dovevano fornire vitto e vestito ai futuri gruppi di indios, attirati dalle selve. Ma l'instabile politica del governo, abilmente orchestrata da– gli sforzi della massoneria per strappare la direzione delle colo– nie ai missionari, si era incamminata per altra strada e non pas– sava i sussidi promessi1° 5 • Nel 1860 p. Adriano era nominato par– roco di S. Leopoldina 106 e Pietro Regalato si ammalava; così p. Wen– delin rimase nuovamente solo. Uomo di grande virtù e spirito di sacrificio, continuò a lavorare a S. Izabel sino al 1867, anno in cui, ritiratosi p. Adriano perché ammalato 101 , egli lo supplì a S. Leopoldina in qualità di parroco. Ma, colpito a sua volta da gra– ve malattia, era costretto poco dopo a recarsi a Rio, dove moriva il 27 maggio 1868 108 • c) Rio Do e e e Mu tum. - Un'altra catechesi, non meglio identificata, sorgeva lungo il Rio Doce o nella zona che da esso pren– deva il nome. Difficile dire della sua consistenza ed evoluzione; si sa che nel 1847 vi fu destinato come direttore p. Ubaldo da Civitella, che vi rimaneva però un anno soltanto perché, oltre che la malattia, venne a colpirlo la calunnia di gente invidiosa che lo 10 • Il missionario saltuariamente estendeva la sua attività apostolica anche al di fuori della colonia; così il presidente della provincia notava nel 1853 che « o povo de Cariacica recebe alguns soccorros do capelao da colonia S. Izabel Frei Wan– delino de Innsbruck que nao cessa um instante de empregar quantos esforços lhe sao possives para a edificaçiio da mesma igre.ia , invocada a Silo Joao e que vai sendo levantada com gosto e dedicaçao ». Cf. Evaristo LADISLAU E SILVA, Relatorio... (23 cle Maio 1853), Victoria 1853, p. 21. E il suo successore, l'anno dopo, segnalava: « Ao mui louvavel zelo do Rev. Fr. Wandelino Gaim de Innsbruck se deve a con– clusào da capella m6r ». Cf. Sebastiao MACHADO NUNES, Relatorio... (no clia 25 Maio clo 1855), Victoria 1855, 26s. 105 Siamo al tempo in cui la massoneria aveva abilmente mosso contro i mis– sionari, direttori di colonie, una campagna di calunnie che mirava a destituirli dal loro posto per sostituirli con direttori laici suoi adepti; questa campagna pro– vocò i::na nobile difesa in parlamento da parte di mons. Pinto de Campos (1864). Cf. GUENNES DA SILVA MELLO, Ligeiros traços, 179ss. 106 Cf. Antonio ALVES DE SOUZA ÙARVALHO, Relatorio... (no clia 24 cle Maio cle 1860), Victoria 1860, 3. 107 Morì a Victoria l'anno dopo (1868) il 23 dicembre. 103 Cf. FIDELIS DE PRIMERIO, Gapiwhinhos, 301. Su p. Wendelin si trovano vari accenni nelle lettere che p. Paolo Antonio da Casanova scriveva, in quel tempo, al commissario generale da Espìrito Santo. Cf. ACRJ, P: 2/I, 1, 10. L'opera di p. Wen– delin nella colonia non fu però inutile perché contribuì allo sviluppo di S. Izabel nella moderna cittadina espiritosantense, Di lui si vedano alcune lettere in ACRJ, V: 2/I, 13-19,

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