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LE REGIONI CENTRALI 283 sulle rive dell'Araguaia per la catechizzazione degli indios Ca– ra j a s e C ha mb i o a s; gli Apinagés, memori del bene da lui ricevuto, con gentile pensiero lo vollero accompagnare per il lun– go viaggio sino alla nuova destinazione, ritornando alle loro sedi in Boa Vista solo quando videro costruita, con la piccola chiesa, la modesta abitazione del missionario. La catechesi dell'Araguaia, sotto il nome di S . Mar i a, aveva un piccolo presidio di soldati e un gruppo di famiglie civili; in essa p. Francesco, pur già stanco e acciaccoso, riprese alacre– mente a làvorare assistendo i pochi civili e tentando di attrarre gli indios, tuttora completamente selvaggi e di difficile riduzione. Allo zelante missionario, verso gli ultimi anni della sua vita, toccò anche un'altra grande prova, e cioè la cecità che naturalmente incise sulla sua attività 10 ; nondimeno egli continuò a lavorare an– che in tale stato, condotto per mano alla chiesa dove teneva le solite istruzioni catechistiche e le principali funzioni. Il suo desi– derio di attirar gli indios alla religione e alla civiltà era talmente grande che, quando il commissario generale, p. Gaetano da Messina senior, gli mandò in aiuto p. Savino da Rimini 4 1, egli diede li– cenza a quest'ultimo di spostarsi più a valle sull'Araguaia per tentare una catechesi tra i Chambioas~ 2 • Fu durante l'assenza di p. Savino che il vecchio missionario, dopo 11 anni di lavoro in « S. Maria do Araguaia », si spegneva santamente nell'ottobre del 1873 contando ormai al suo attivo 31 anni di catechesi indiana e una vita intessuta di grandi sofferenze fisiche e morali sopportate con invitta pazienza. Il suo corpo fu più tardi da p. Antonio da Gangi tumulato nella chiesa di S. Maria 43 , ::neutre il ricordo dell'instancabile catechista rimase a lungo nelle regioni da lui evangelizzate, venerato come quello d'un santoH. P. Francesco da Monsanvito, che apparteneva alla monastica provincia delle Marche ed era giunto in Brasile nel 1841, fu uno dei missionari più notevoli durante il secondo Impero. P. Antonio da Gangi, che gli fu vicino in vari periodi della sua vita, in lettera del 4 novembre 1873 al commissario generale, dopo aver data noti- 40 Riesce difficile stabilire quando ciò avvenne; forse essa fu progressiva. La lettera scritta da lui al commissario generale il 15 marzo 1869 con notizie sulla missione o missioni del Goias, di cui è viceprefetto, è scritta di suo pugno. Cf. ACRJ, F: 4/II, 18. 41 A ciò fu indotto dal vescovo del Goias. CJ'. Fmmus Dm PRIMmRIO, Capuohinhos, 293s. 42 Cf. SAVINO DA RIMINI, Tra i selvaggi dell'Araguaya, 115s. 4 3 ACRJ, A: 1/VIII, 11: a] commissario generale in data 4 novenibre 1873. ? . Antonio dice che il missionario morì il 6 ottobre 1873 e « foi enterrado por mim na magnifica sepultura que elle mesmo fez neste templo de S. Maria ». 41 Oltre la bibliografia citata, si veda CLmMENS A TmRZORIO, Manuale historioum, p. 326s. Su di lui si possono vedere anche molti giudizi dei vari ministri della giu– stizia e dell'agricoltura espressi nei Relat6rios annuali presentati alla camera dei deputati; così, ad esempio, Manoel Antonio GALVÀO, Relatorio... (2a sessao de 6" Le·– gislatura), Rio 1845, 16s; Bernardo Augusto NASCENTES DE ARAMBUJA, Relatorio da Terceira Direotoria da Secretaria d'Estado dos Negocios da Agrìcultura, Rio de Janeiro 1862, 84s.

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