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252 CATECHESI INDIANA richiamò le maggiori cure e il più costante impegno dei missionari che ad essa attesero con rinnovato entusiasmo 21 • « Arrivati altri missionari - scrive p. Giuseppe da Castrogio– vanni - si continuò dai nostri il faticoso e pericoloso ministero del– l'evangelizzazione e civilizzazione degli in di ani, che era il fine principale delle nostre Missioni stabilite nel vastissimo continente brasiliano... Con effetto, noi incontriamo da quest'epoca in poi mis– sionari in quasi tutte le antiche province del Brasile e cioè nelle lontane regioni dell'Amazzonia, Mato Grosso, Grao Para, Goiaz; tro– viamo missionari nelle foreste del l\faranhao, Minas Geraes, Para– na, Santà Catarina, Rio Grande do Sul, S. Paulo, Espirito Santo, Sergipe, Bahia, e altrove. In tutte queste province disimpegnavano i missionari il loro santo ministero di veri apostoli della religione di Gesù Cristo e della civiltà, ammansendo, educando, civilizzando ed evangelizzando quei barbari e spesso feroci selvaggi, insegnando loro a lavorare la terra, a piantare e coltivare il caffè, la canna da zuc– chero, il cotone, a raccogliere la gomma elastica, e inoltre istruen– doli in tutto ciò che riguarda non solo l'agricoltura, ma eziandio le arti e i mestieri » 28 • Ciò acquista particolar risalto quando si pensa alle difficoltà connesse con tale apostolato, trovandosi il missionario general– mente solo, in luoghi selvaggi e lontanissimi dai centri civili, espo– sto a ogni sorta di privazioni e di pericoli; ma la solitudine, i di– sagi, l'aspra fatica del pioniere e dissodatore della foresta vergine, i viaggi fortunosi e interminabili, spesso l'incomprensione e la calunnia da parte di gente che osteggiava la catechesi religiosa, lungi dall'abbattere il suo animo, sembravano anzi aumentarne le energie e, nella consapevolezza della sua missione, risospingerlo verso tentativi sempre più vasti e audaci. Diremo subito che non è possibile seguir da vicino tutte le catechesi o missioni indigene fondate oppure dirette dai missio– nari cappuccini in questo periodo; secondo un calcolo attento ba– sato su ricerche d'archivio e bibliografiche, esse superano larga– mente il centinaio e i primitivi amerindi che in qualche modo ne approfittano, assommano a diverse decine di migliaia, senza con– tare il numero molto più cospicuo di quelli che solo indirettamente vennero a contatto con l'opera missionaria. Naturalmente, i risultati ottenuti non furono ovunque gli stessi, atteso il diverso sviluppo delle singole catechesi, talvolta appena iniziate, talaltra troppo prematuramente tolte alla dire– zione dei missionari 29 ; ma là dove la catechesi poté affermarsi 27 Cf. [B. PEREIRA], Os religiosos capuchinhos da Bahia, 42. 28 Cf. GIUSEPPE DA CASTROGIOVANNI, Notizie storiche, 47ss. 29 Cf. A. JANN, Candidus Sierro, 108. Come si è notato per altri periodi, il passaggio delle catechesi dal regime straordinario, connesso con la missione, a quel– lo ordinario del diritto comune rientrava nell'ordine delle cose; da una parte il go– verno mirava a costituire quanto prima dei centri civili retti dai suoi funzionari; dall'altra il vescovo diocesano cercava di elevar le catechesi a parrocchie per incorpo- -rarle alla diocesi secondo il diritto comune; ma l'intempestività di tali atti fu, anche nel secondo Impero, causa della rovina di molte riduzioni perché gli fndios, non

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