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234 RIORGANIZZAZIONE E SVILUPPI INTERNI risiedendo a Rio ed occupando il posto dell'antico prefetto aposto– lico della capitale, egli venne ad accentrare in sé l'ufficio, il titolo e le prerogative anche di quest'ultimo 2 • La S. Sede annesse giustamente molta importanza a questa riorganizzazione, suggerita dal suo rappresentante nel Brasile dopo matura riflessione sulle condizioni ambientali e l'indirizzo religioso del governo; in realtà essa doveva rivelarsi altamente provvidenziale salvando le missioni dallo strapotere laico e im– primendo loro, con l'unità di governo, nuova vita e nuovo impulso. L'istituzione del commissariato fu resa nota il 18 settembre 1846 dall'internunzio apostolico, mons. Gaetano Bedini, che in pari tempo comunicava ai missionari la nomina del primo commissario generale nella persona di p. Fabiano da Scandiano, esigendo da tutti intera sommissione al neoeletto 3 • Possiamo farci un'idea delle competenze del nuovo superiore in base a un decreto emanato dalla S. Congregazione di Propagan– da Fide il 25 giugno 1861 4 • Egli era il vero ed effettivo superiore di tutti i missionari e, come tale, investito dei pieni diritti che spettavano a un prefetto apostolico e a un provinciale; egli nomi– nava i viceprefetti5, poteva trasferire i missionari da un punto al– l'altro del Brasile, staccarli da una prefettura per aggregarli a un'altra; era inoltre tenuto a compiere la visita canonica sia agli ospizi che alle stazioni secondarie, nelle catechesi indiane. Per la fondazione di nuove residenze ovvero per il trasferimento o ra– dicali riforme alle già esistenti doveva agire con l'assenso del– l'internunzio. Altro compito delicato del commissario erano i rapporti della missione con il governo imperiale. Il commissario doveva risolvere le varie questioni pendenti nei riguardi del personale, della sua ubi– cazione, attività e sistemazione, raffrenar il governo nelle sue in– debite ingerenze ed esigere i contributi pattuiti per la fondazione di nuove catechesi o la prosecuzione e lo sviluppo delle già esistenti. Poiché a ogni fondazione missionaria tra gli amerindi era con– nessa l'opera di colonizzazione e civilizzazione degli stessi (com– pito che lo Stato considerava di sua stretta pertinenza), l'azione del commissario assumeva un valore determinante in quanto, nel contratto che interveniva tra il governo e la missione, egli era il legittimo rappresentante di quest'ultima vegliando a che le due sfere di attività si mantenessero nel proprio ambito. Data la men- 2 Notizie e dati su questa forma di governo si riscontrano in GIUSEPPE DA CA– STROGIOVANNI, Notizie storiche, 47s; A. JANN, Candidus Sierro, 40s; CLEMENS A TER– ZORIO, Manuale historicmn, 327; FIDELIS DE PRIMERIO, Capuchinhos, 247s; JACINTO DE PALAZZOLO, Nas selvas dos vales do MuÒuri e do Rio Doce, 43; MELCHIOR A POBLADURA, Historia · generalis Hl, 625. 3 Cf. FIDELIS DE PRIMERIO, Capuchinhos, 247s. 4 Billlarium Ordinis X, 408. 5 I prefetti apostolici di Rio, Bahia e Pernambuco continuarono ad essere eletti direttamente dalla S. Congregazione di Propaganda Fide ovvero dall'internun– zio apostolico del Brasile.

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