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226 RIORGANIZZAZIONE E SVILUPPI INTERNI Se a questo punto diamo uno sguardo retrospettivo, vediamo che, in un decennio circa dal mutato clima della Reggenza con Araujo Lima, i missionari affluiti s'avvicinano all'ottantina; in seguito tale ritmo diminuisce d'intensità per cause diverse, non ultima quella della disponibilità di personale italiano che subirà il contraccolpo delle soppressioni religiose ordinate dal governo italiano tra il 1866 e il 1870 12 ; questo fatto induce più tardi i superiori generali a reclutar religiosi, oltre che in Italia, nella Savoia, nella Svizzera e in Austria 13 • Comunque si può ritenere che tra il 1850 e il 1880 un altro centinaio di cappuccini entrò nel Brasile così che, secondo un calcolo approssimativo, si può dire che durante il regno di D. Pedro II i missionari assommarono a ol– tre 200 14 • 2. - RESIDENZE E OSPIZI Ovviamente, all'aumento dei missionari s'accompagna la si– stemazione degli ospizi, vecchi e nuovi, a seconda del bisogno. Bahia, con i lavori compiuti da p. Ambrogio da Roccacontrada nei primi decenni dell'Ottocento 15 , ha una capacità sufficiente e con– tinua ad essere la residenza centrale dell'omonima prefettura. Pernambuco riapre i battenti sin dal 1840, ma è solo l'anno dopo con l'arrivo di un buon nucleo di missionari siciliani che riprende in pieno la sua attività 16 ; migliorie vi sono apportate dal nuovo prefetto p. Placido da Messina. A Rio, andato perduto il vecchio ospizio di S. Antonio dos Pobres e ottenuta dal governo la chiesa di « S. Sebastiao », è costruito il nuovo ospizio del Morro do Ca– stelo; l'edificio, iniziato tra il 1844-45, fu condotto innanzi tra non poche difficoltà superate da p. Fedele da Montesano con calma e avvedutezza, e inaugurato nel 1847 divenendo la sede del commissario generale del Brasile 17 ; il governo imperiale lo consi– derò sempre come cosa sua e nei documenti ufficiali non è infre– quente il caso d'incontrare frasi come queste: « L'ospizio di que– sta Corte », ovvero « La Corte imperiale, sede della missione, ha (ex certosino), Gioachino da Colorno e Giuseppe da Genga; nel 1847 la spedizione fu composta dai padri Bernardino da Lagonero, Paolo da Limone, Ubaldo da Civitella del Tronto, Doroteo da Loreto, Benedetto da Bobbio, Mariano da Bagnaia, Bartolo– meo da Ratochrigis e Lorenzo da Monteleone, e dal fratello laico Francesco da Novi. 12 Cf. MELCHIOR A POBLADURA, Historia generalis III, 59. 13 Cf. A. JANN, Candidus Sierra, 40; GIUSEPPE DA CASTROGIOVANNI, Notizie storiche, 105. I cappuccini della Savoia, sia pure con qualche eccezione, si occupa– rono nel seminario di S. Paulo, la cui direzione rimase ad essi affidata per quasi 25 anni (1854-1878). Si veda a p. 437ss. 14 Ovviamente, l'attività di questi missionari non è contemporanea ma succes– siva; in media il personale s'aggira in ogni tempo sulla cinquantina d'individui. Gosì nel 1848 sono 51, nel 1849 57, nel 1854 49, ne] 1870 45, nel 1887 47. 15 Si veda a p.192. 16 Cf. PLACIDO DE MESSINA, Noticia a cerca dest'hospicio, ACP, Il/82, llss. Si noti però che, a quanto riferisce lo stesso p. Placido, nel 1840 erano giunti a Per– nambuco i pp. Carlo da Porto Maurizio, Luigi da Dente Cani (sic) e Luigi da Al– ba Pompeia. Ib., 9. 17 Cf. GIUSEPPE DA CASTROGIOVANNI, Notizie storiche, 18, 46s, 79; CLEMENS A TERZORIO, Manuale historicum, 326.
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