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APOSTOLATO NEL PERIODO DI TRANSIZIONE 213 Anche il missionario era stato colpito dal morbo, ma si era riavuto. Il 29 agosto 1863 scriveva di non aver potuto risponder subito a una lettera del commissario per non trovarsi nell'aldea a mo– tivo delle desobrigas quaresimali, delle quali taluna distava più di trenta leghe dalla sua residenza ordinaria 56 • E finalmente, nel settembre del 1871, due mesi prima della sua morte, il missiona– rio comunicava che, pur essendo vecchissimo e acciaccoso, conti– nuava alacremente il suo ministero. P. Florido da Città di Castello morì il 17 novembre 1871, dopo 45 anni d'indefessa attività condotta attraverso privazioni, malattie, prove di ogni genere, tra le quali non ultima si deve ritenere la solitudine in cui trascorse lunghi anni della vita 57 • Il De Souza Silva, che scriveva la sua Memoria nel 1854, tracciava di lui questo profilo: « Uomo instancabile nel compimento della sua missione, p. Flo– rido non si dà all'ozio in mezzo alla sua popolazione trascorrendo giorni tranquilli di cui poteva intessere la sua vita. Egli penetra, s'avanza per deserti; passa coraggiosamente tra pericoli di belve feroci, sale alla S e r r a d a s F l e c h e i r a s e si spinge sino alle popolazioni di Minas Gerais; le catechizza, le chiama in seno alla Chiesa, che vuol farne dei figli. Prova lampante del buon ri– sultato delle sue fatiche sono queste migliaia di anime, questi vec– chi che conducono per mano le loro mogli e i loro figli e si prostrano al suo passaggio implorando il battesimo! » 58 • 5. - P. GIUSEPPE MARIA DA MACERATA Nel periodo che stiamo studiando viene a inquadrarsi anche la multiforme attività di p. Giuseppe Maria da Macerata, missio– nario nel Ma t o G r o s s o . Questa regione era rimasta estranea all'opera dei missionari cappuccini; ma verso il 1817, nella ripresa del movimento civiliz– zatore determinatasi sotto Giovanni Vl59, il governo si rivolse al prefetto di Rio richiedendo alcuni missionari per la regione interna del Mato Grosso, e il prefetto destinò a tale scopo i pp. Giu– seppe Maria da Macerata e Angelo da Napoli. Di quest'ultimo, dopo l'accenno riferito altrove" 0 , non è dato ricostruire l'attività per mancanza di documenti; ma, in compenso, si conosce l'ope– rosità singolare di p. Giuseppe, durata quasi 28 anni e tipica 56 Sul termine de sobri g a , esprimente in radice l'adempimento del pre– cetto pasquale da parte dei fedeli del s e r t a o nel passaggio annuale del sa– cerdote, si veda a p. 367, n. 6. 57 Su di lui si veda J. N. DE S0UZA S'1LVA, Memoria, historioa, e documenfoda, in Rev.Inst.I-Iist.Geogr.Bra,sil 17(1854) 240s; GIUSEPPE DA CASTR0GIOVANNI, Notizie sto– riche, 42; FRANCESCO DA VICENZA, I missiona,ri ca,ppuccini della, provincia, sera,fica,, 354; FIDELIS DE PRIMERIO, Ca,puchinhos, 219s, 377. 58 Memoria, historica, e documenta,da,, in Rev.Inst.Hist.Geogr.Bra,sil. 17(1954) 240. 5 ° Cf. OLIVEIRA LIMA, Dom Jifao VI no Brasil III, 803ss. 60 Si veda a p. 167s.
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