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208 PRIMO IMPERO E REGGENZA (1822-1840) selvaggi chiamata Tribù di C a m a ca n s . Il Missionario tutto contento per tale notizia, pregò caldamente uno di quelli a servirgli di guida e di interprete giacché sapeva tanto il portoghese come l'idioma della suddetta tribù, ed esso accettò l'incarico. Dopo tre giorni di cammino trovarono di fatto i detti selvaggi, tutti ignudi, uomini e donne, senza domicilio fisso, ma or qua or là erranti, senza istruzione di sorta, senza fede, senza religione, senza conoscenza di Dio. Osservò solamente che mutandosi i quarti della luna, ad essa rivolti cantavano alcune canzoni 11011 intese, cominciando a bassa voce, indi gradatamente rinforzandola al massimo del clamo– re, il che facevano tutti d'ogni età e sesso con segnali d'allegria smoderata. Essi non si cibavano d'altro che di frutti, pesca e caccia. Appartenevano a tre tribù: P a t a x 6 s , C a m a c a n s , M on - goi6s. Il P. Missionario per mezzo dell'interprete con maniere obbli– ganti li convitò a recarsi a S. Pietro, dove avrebbero vissuto as– sai meglio che nei boschi, avrebbero godute delle comodità, e sareb– bero istruiti in varie arti molto vantaggiose. E così fece loro altre promesse di vantaggi temporali giacché per allora erano gli unici che potessero muovere quelle creature umane. Alcuni accettarono il partito, e si recarono col Missionario a S. Pietro, dove giunti li fece vestire, allestì alcune capanne per alloggio, cominciò a istruir– li nella religione, come pure in varie arti meccaniche e special– mente nell'agricoltura. I detti selvaggi penetrati dall'affetto che loro mostrava il Missionario e dalle obbliganti maniere con cui li trattava, indussero degli altri selvaggi a colà recarsi sicché in pochi anni gradatamente aumentando si formò una numerosa popola– zione. Il Missionario (che si mostrava tenero padre di tutti e da tutti era per tale considerato) si adoperava dì e notte con indefessa fatica per la loro civilizzazione, istruzione nelle arti più necessa– rie, e molto più nella cristiana Religione. A tutto più o meno cor– rispondevano, e solo si mostravano inerti nel lavoro manuale es– sendo dedicati all'ozio sino dalla loro nascita. Trovandosi bisognoso di danaro per comprare panni e tele per coprire tanta moltitudine pensò di rivolgersi al Governo di Bahia; per ottenere ciò con maggior efficacia venne esso personalmente, e condusse con seco due selvaggi, suoi allievi, che presentò a S. Ecc. il Conte dos Arcos, allora governatore della Provincia. Lo stesso fece alcuni anni dopo presentando pure due selvaggi a S. E. il Con– te de Palma, successore del suddetto. Sì l'uno che l'altro diedero al Missionario col mezzo della facenda [fazenda] reale una quanti– tà di camicie e scarpe per gli uomini, e camicie e saia per le donne; come pure vari strumenti rurali per occupare quei selvaggi nelle piantagioni diverse, nella seminazione e coltivazione sotto la dire– zione del P. Missionario. Fatte di mano in mano le raccolte di vari generi, trovarono non solo di che sostentarsi meglio di prima, ma anche di poter vendere per poi comprarsi con che vestirsi senza ricorrere al go– verno, che meno le due volte suddette non l'hanno di poi più in– comodato. Sui primi anni non essendo quei selvaggi ben fondati nella persuasiva dei vantaggi della Religione e della civilizzazione,

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