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APOSTOLATO NEL PERIODO DI TRANSIZIONE 203 III. APOSTOLATO NEL PERIODO DI TRANSIZIONE II regalismo e gli atteggiamenti xenofobi del primo Impero e della Reggenza crearono condizioni sfavorevoli all'opera missio- . naria che ne rimase mortificata e, in talune zone, languì sin quasi ad estinguersi1. l'aspetto esterno più appariscente fu la scarsezza del personale missionario, ridotto a poco più di una ventina d'indi– vidui2, di cui taluno vecchio e già sciupato dalle fatiche e, altri, fatti apertamente segno a contrarietà e opposizioni3, come p. Gioa– chino da Afragola 1 • L'unica spedizione dall'Italia, ottenuta nel 1826 dopo molte preghiere 5 , recò solo un contributo apparente alla missione in quanto, nel frattempo, erano scomparse alcune emergenti figure sempre in piena attività, come i pp. Apollonio da Todi6, Alberto da Fontana7, Pietro da Carpi 8 e altre 9 , così che gli effettivi si mantennero suppergiù nelle stesse proporzioni. Tuttavia, una discreta attività missionaria non mancò nep– pure in questo periodo e ciò non soltanto nella prefettura di Bahia che poté conservare l'ospizio centrale, ma anche in quelle di Per– nambuco e di Rio de Janeiro dove tali ospizi andarono perduti e, in certo senso, le due missioni restarono acefale. I pochi reli– giosi superstiti, dopo i primi momenti di smarrimento, prosegui– rono alacremente il loro compito sia tra i fede 1 i nei soliti viaggi apostolici a villaggi e cittadine dell'interno, come nelle ca– t e che si in di a ne che poterono conservare; anzi in quest'ul– tima attività emersero alcuni nomi meritamente noti, mentre nel Mato Grosso si segnalava per la sua multiforme operosità p. Giuseppe Maria da Macerata, vittima della Reggenza ma figura sempre notevole, che dà l'avvio a un ciclo d'attività in regione tut– tora estranea al raggio dell'azione missionaria cappuccina. 1 Cf. CLEMENS A TERZORIO, Manuale historicum, 324. 2 E' difficile stabilire cifre esatte; i 22 missionari erano press'a poco così di– stribuiti: 9 in Bahia, 8 a Rio de Janeiro e 5 in Pernambuco. 3 Autori brasiliani usano però termini assai più duri. Cf. C. MENDES DE AL– MEIDA, Direito Civil Ecclesiastico Brasileiro, I/3, 1068ss; J. GUENNES DA SILVA MELLO, Ligeiros traços, 62; H. PmES, Temas de hfat61·ia cclesiastica, 370. 4 Gf. ACP, III, 31. P. Placido da Messina nella Noticia a cerca dest'hospicio (cronaca dell'ospizio della Penha iniziato nel 1841), dopo aver riferito il decreto del– la Reggenza che ordinava l'espulsione dei religiosi, soggiunge testualmente: « Pelo que me informarao, os maiores inimigos que influirao· na sahida dos Frades, forao os Irmiios de S. José, os quaes insultarao até a Fr. Joaquim d'Afragola, entao Su– perior deste hospicio, com positivas insolencias, e desfeitas ». Ib., II/82, 3. 5 Si veda a p. 192. 6 Morto tra il 1824 e il 1825. Si veda a p. 121. 7 Morto nel 1825. Cf. Libro Mastro, ACB, Fonti mss. 1/I, 17. 8 Morto a Rio nel 1826. Cf. FIDELIS DE PRIMERIO, Capuchinhos, 376. 9 Così nel 1823 (3 agosto) morì p. Eugenio da Firenze; nel 1829 p. Giuseppe da Codrongianus; nel 1834 i pp. Bartolomeo delle Marche e Norberto da Carpineto; nel 1835 p. Ferdinando da Lucca.

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