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182 PRIMO IMPERO E REGGENZA (1822-1840) sto d'onore. Anche se l'atteggiamento dei responsabili della cosa pubblica fu spesso determinato da considerazioni contingenti, e cioè dalla preoccupazione di tenersi buono il popolo, fortemente attaccato al cattolicismo, ovvero dal desiderio d'inserirsi nella Chiesa per dettar ad essa leggi5°, non può esser sottovalutato il buon esempio che scaturiva dalla loro presenza ufficiale alle ceri– monie del culto e dal rispetto che mostravano di avere per le tra– dizioni e istituzioni cattoliche del paese; inoltre molti governanti promossero sinceramente una miglior assistenza religiosa ai f e– deli, spesso abbandonati a se stessi, e lealmente si preoccuparono dell'elevazione cristiana degli schiavi africani e specialmente degli aborigeni tuttora primitivi 51 • Non è certo cosa facile lumeggiare qui, in brevi note, la sto– ria dei rapporti tra Chiesa e Stato per un periodo di quasi 70 anni : il problema, già di per sé arduo, si complica anche per gli aspetti contraddittori che il regime imperiale presenta per es– sere stato, volta a volta, dominato da partiti che contavano nelle loro file uomini educati in Europa e imbevuti di spirito ostile alla Chiesa 52 • Molta luce sul periodo, oltre la bibliografia già citata, possono dare alcune opere del tempo, di grande valore, come le memori e dell'arcivescovo di Bahia, Dom Romualdo de Seixas 53 , e la sintesi di diritto civile-ecclesiastico brasiliano di Candido Men– des de Almeida 54 • I pochi accenni dati servono ad orientare sul clima storico nel quale vennero a trovarsi le missioni cappuccine in Brasile nel secolo scorso. Scomparsi i gesuiti sin dal tempo di Pombal 55 e ridotti ai minimi termini francescani e carmelitani56, nel seco- 50 Gf. F. BADAR6, L'Eglise aii Brésil, 7. Bisogna però tener presente, per un equo giudizio su quest'ultimo fatto, il peso del Re a 1 P ad r o ad o lasciato dal Pcrtogallo in eredità ai nuovi governanti. Cf. L.G. JAEGER, O Clero na Epopéia Farroupilha, 13. 51 Cf. H. PIRES, Temas de hist6ria eclesiastica no Brasil, 349ss. Ovviamente questi elementi positivi tendono ad esser allargati dagli storici favorevoli all'Impero, come, per contrario, gli elementi negativi tendono ad esser ristretti. Si veda, ad esempio, Rro BRANCO, Esquisse de l'histoire du Brésil, Parigi 1889; Joaquim NABUC0 DE ARAUJ0, Um estadista do Irnperio, Nabuco de Araujo. Sua vida, siias opinii5es, sua epoca, voll. 3, Parigi 1908. 52 Cf. J. KNABENBAUER, Die Kirchenverfolgung in Brasilien, in Stimmen aus Maria-Laach 7(1874) 362; A. JANN, Candidus Sierra, 53s. 53 Memorias do Marquez de Santa Cruz, Rio de Janeiro 1860. 54 Cf. C. MENDES DE ALMEIDA, Direito Civil Ecclesiastico Brasileiro antigo e moderno em suas relaçi5es com o Direito Canonico, Rio de Janeiro 1866. Manca una storia ecclesiastica del Brasile, per la quale, tuttavia, sembra esserci un avvio pro– mettente con i recenti studi: José Carlos DE MACED0 S0ARES, Fontes da hist6ria ddt Igreja no Brasil, in Rev.Inst.Hist.Geogr.Brasil 220(1953) 7-338; Apoléìnio N6BREGA, Dioceses e Bispos do Brasil, ib., 222(1954) 3-328. 55 Si veda a p. 14s. Dal tempo dell'espulsione decretata da Pombal i gesuiti non rientrarono in Brasile se non verso il 1910. 56 Accenniamo in particolare ai francescani e ai carmelitani perché erano i più numerosi e largamente segnalatisi sia nell'apostolato indiano come nell'assi– stenza ai fedeli. Si veda a p. 13. 15, con relativa bibliografia. La decadenza dei due grandi ordini religiosi fu determinata dalla politica religiosa dell'Impero esposta alla nota 17 e fondamentalmente mirante, come scrive il Badar6, « à s'emparer

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