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178 PRIMO IMPERO E REGGENZA (1822-1840) reclamando e favorendo scopertamente la cosiddetta « catechesi laica», e cioè affidata ad elementi laici, contro la catechesi reli– giosa alla quale il Brasile doveva tanta parte della sua civilizza– zione26. Un decreto imperiale del 24 luglio 1845, ricalcato sulla falsa– riga dei criteri laicistici che avevano già informato il famoso Directorio di Pombal37, stabiliva la carica di un « direttore gene– rale degli indios » per ogni provincia dell'Impero e di un « diret– tore particolare» per ogni aldeamento, laici naturalmente 38 • Ri– nasceva così o, meglio, si definiva una pseudocatechesi che non a torto da alcuno fu chiamata « un'invenzione della massoneria per riempir le tasche di danaro ai suoi adepti » 39 e, conseguentemente, una vera truffa nei riguardi del pop o 1 o, che pagava le tasse, e nei riguardi degli stessi indi o s che invano attendono una vera elevazione verso la civiltà 40 , Questa catechesi era destinata da prima ad agire accanto a quella religiosa e, più tardi, a soppian– tarla quasi completamente 41 • Pur non volendo escludere che all'ufficio di direttore venissero scelti anche uomini coscienziosi e sinceramente preoccupati del bene degli indios, è però agevole comprendere come l'istituto stesso della catechesi laica, contrariamente a quanto forse si ripro– metteva inizialmente la legge, fosse una specie di cappa di piombo nei riflessi dell'attività misionaria frapponendole remore e diffi– coltà e talvolta frustrandola completamente. Il missionario, eccet– tuati i non molti casi in cui nel particolare aldeamento abbinava i due uffici di catechizzatore e direttore (ma anche allora egli doveva sempre sottostare alle norme fissate dal direttore pro– vinciale), subiva nella sua opera gli umori del direttore laico che, se per sua disgrazia si trattava di un massone, più spesso era portato a intralciarla che a favorirla 42 • Ciò spiega come in- 3 0 Si veda a p. 13ss. 37 Si veda a p. 153s, con relativa bibliografia. 38 Cf. F.A. PEREIRA DA COSTA, Anais Pernambucanos II, 85. 39 Cf. METODIO DA NEMBRO, I cappuccini nel Brasile, 288, n. 37. 40 Mons. Helvécio Gomes de Oliveira, vescovo di S. Luis do Maranhiio, a pro– posito dei catec.hizzatori laici stabiliti dal governo scriveva nel 1921: « Os agentes da catequese leiga despreocupadamente perambulam pelas ruas da capitai à espera da soldada mensa!; se alguma vez, na boa estaçiio, sobem os rios Pindaré e Mearim, rumo ao sertiio, é para regressarem na mesma « gaiola » que os levou convictos de haverem sobE,jamente feito jus ao restante ano financeiro ». Cf. METODIO DE NEM– BRO, Notas sobre os indios da prelazùi de Grajait, 24, n. 13. Sulle spese profuse dal governo per la « catechesi laica» si veda LACERDA DE ALMEIDA, A Egreia e o Estado, 171ss. 41 Ciò avvenne praticamente già verso la fine dell'Impero e trovò poi la sua più vasta e completa applicazione con la Repubblica. Si veda l'opera del Lacerda de Almeida citata nella nota precedente. 42 Larga documentazione è nelle relazioni dei missionari. Si veda, ad esempio, in ACRJ, A: 3, II, 1 (lettera di p. Antonio da Molinetto al commissario generale, da Albuquerque (Mato Grosso) in data 12 febbraio 1851); A: 3, VI, 15 (lett. di p. An– tonino da Reschio à 1 vescovo del Para, da Bacabai in data 10 gennaio 1882); E: 1, II, 4 (lett. di Egidio da Garessio al commissario generale, da Rio Tapaj6s in data 24 agosto 1848); G: 1, I, 5 (lett. di p. Gregorio Maria da Bene, da Manaus in data

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