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174 PRIMO IMPERO E REGGENZA (1822-1840) stica e pombalina dello Stato e da un malinteso diritto di pa– tronato (triste eredità lasciata dal Portogallo), testimoniano l'esi– stenza di un clima anticlericale e, in taluni casi, anticattolico: tali, come sottolineano vari studiosi, il tentativo di scisma del reggente Antonio Diogo Feij6 (1835-36), già preparato dal linguaggio irrispettoso e altero con la S. Sede, dalla lotta contro il celibato ecclesiastico e gli ordini religiosi e dallo smaccato galli– canismo del prete sviato 16 ; la mortificazione e poi il pratico annientamento degli ordini religiosi (1855) attuato pex gradi con il pretesto di una subdola riforma 11 ; l'infra mm et– te n z a de 1 poter e civ i 1 e nelle cose religiose sin negli atti più squisitamente sacerdotali1 8 ; la celebre « questione religiosa» ri– guardante i vescovi di Olinda e di Belem che vennero giudicati e condannati dal tribunale civile per il loro fermo atteggiamento contro elementi massonici, infiltratisi e dominanti le confraternite religiose, e contro il regalismo del governo impersonato allora dal « Grand'Oriente » massonico, il primo ministro barone di Rio Branco 19 • Heliodoro Pires, a tutto ciò, aggiunge un nuovo ele– mento che è caratteristico in tutto il periodo e cioè « la legislazione tumultuaria, insensata e delittuosa attingente tutta la vita eccle– siastica», come seminari, parrocchie, confraternite religiose, vita 16 Cf. H. PIRES, Temas de hist6ria eclesiastica do Brasil, 366ss. 17 Un Av·iso del 28 agosto 1824 consigliava a mons. Francisco Vidiga], incari– cato del governo presso la S. Sede, a far in modo che gli ordini religiosi stabiliti nel Brasile fossero staccati dall'obbedienza ai loro superiori nel Portogallo e inoltre non si desse licenza ad alcun religioso di entrar nel Brasile. La Camera, in una delle sedute di maggio del 1828, approvò il progetto di legge inibente l'ammissio– ne, nel paese, di religiosi stranieri e inoltre proibì l'accettazione di novizi brasiliani non muniti di una particolare autorizzazione governativa; ordinò anche che i re– ligiosi obbedissero solo alle autorità brasiliane e non ad altre autorità... straniere. - La legge del 3 dicembre 1831, dietro ispirazione del Feij6 che era allora ministro della Giustizia, tentò la riforma degli ordini religiosi in modo da renderli, pra– ticamente, schiavi del governo e liberi dall'obbedienza alla S. Sede e ai loro su– periori generali e finanche provinciali. - Infine l' A viso circolare del 19 maggio 1855, indirizzato a tutti gli ordini religiosi esistenti sul territorio nazionale, annullava qualsiasi licenza per l'ammissione di novizi sino a che fosse stipulato, in materia di riforma, un accordo tra il governo imperiale e la S. Sede; tale accordo non fu però mai proposto a Roma dal governo brasiliano, per cui gli ordini andarono estin– guendosi non potendo accogliere nuove reclute. Con opportuna legge il governo andò incamerandosi i beni dei religiosi mano a mano che i conventi rimanevano disabi– tati. Cf. FIDELIS DE PRIMERIO, Gapuchinhos, 343, nota. 18 Scrive testualmente il Badar6: « S'ils (e cioè vescovi e parroci) donnaient la permission à d'autres pretres d'administrer !es sacrements, il était nécessaire qu'une telle autorisation portat le scéau civil, l'inévitable timbre. Il fallait un timbre pour inhumer un cadavre, pour faire un bapteme, un mariage, pour dire des messes et pour donne:r Ics sacren1.ents dans les maisons particulières. Meme le sa– crement de l'Eucharistie administrée à un moribond par un pretre non curé, payait le timbre ». Cf. L'Église au Bresil, 43. 19 La questione si agitò tra il 1871 e .il 1875 e riguardò mons. Vita] Maria Gonçalves de Oliveira, vescovo di Olinda (cappuccino) e mons. Macedo Costa, ve– scovo di Belem, ambedue condannati ai lavori forzati, mutati poi in carcere sem– plice e, più tardi, amnistiati. Si veda l'opera già citata del VILHENA DE MoRAES, O Gabinete Gaxias e a amnistia aos bispos na « questuo religiosa», Rio de Janeiro 1930; inoltre: Antonio Manoel dos REIS, O bispo de Olinda D. Frei Vital Maria Gonçalves de Oliveira perante a historia, Rio de Janeiro 1878; Antonio DE ALMEIDA LUST0SA, Dom Macedo Costa, Rio de Janeiro 1939.

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