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L'OPERA MISSIONARIA TRA GLI INDIOS 165 volle che la. nuova catechesi sorgesse in piena regola ed efficienza. A tal fine ordinò al provedor-rnor di dare al missionario i para– menti necessari per la chiesa, un fonte battesimale, una campana, e poi tela per gl'indigeni, attrezzi rurali per la coltivazione del terreno, un forno per cuocere la farina di mandioca 133 e altri og– getti necessari. P. Tomaso, soddisfatto, si munì anche dell'autorizzazione del nunzio apostolico di Lisbona, mons. Caleppi Lorenzo (1801-17), che proprio in quell'anno (1808) si era trasferito a Rio de Janeiro seguendo la corte portoghese che fuggiva dinanzi alle truppe di Napoleone; poi tornò alla sua catechesi dove costruì la chiesa, dedicata a s. Giuseppe da Leonessa, iniziò un vasto piano di cate– chizzazione e· gettò le basi del futuro villaggio che venne a costi– tuirsi di aborigeni e di civili provenienti da Campos. Anche nell' Al de i a da P ed r a l'intuizione del missionario circa il criterio reduzionistico e l'ubicazione dell'aldeamento fu geniale. Con l'apporto di famiglie civilizzate in pochi anni il vil– laggio, chiamato allora indifferentemente S. José de Leonissa ov– vero Aldeia da Pedra, si sviluppò in modo sorprendente diven– tando un centro popoloso pieno di attività e di vita. Nel 1828 p. Tomaso, vecchio e acciaccoso, cadde gravemente ammalato e si ritirò nell'ospizio di Sao Fidelis, dove poco dopo si spegneva se– renamente all'età di 62 anni, di cui più della metà (32) trascorsi in missione 134 • Suo successore nella catechesi da lui fondata fu p. Florido da Città di Castello, altro instancabile missionario ci– vilizzatore che doveva trascorrervi un trentennio prima che la missione venisse dichiarata parrocchia 135 • Lo sviluppo dell'antica riduzione andò progredendo in modo costante, tanto che il prof, De Toledo Piza, in data recente (1946), poteva scrivere in una monografia dedicata a questa antica mis- 133 Questa pianta, della famiglia delle euforbiacee (Manìhot utilissima), con la sua radice, che vien rosolata e macinata, dà la cosiddetta farina di mandioca, che rimane la base alimentare di molte regioni dell'America meridionale. Cf. A. MA– GALHAES, Dicion1frio Enciclopédico Brasileiro, 1080. 134 Morì il 19 aprile 1828. Cf. FRANCESCO DA VICENZA, I missionari cappuccini della provincia serafica, 350ss; FIDELIS DE PRIMERIO, Capuchinhos, 375. Fidelis de Primerio erra però affermando che il missionario si ritirò da Sa o Fide 1 i s nel 1826, mentre lo stesso p. Tomaso, nella cronaca della residenza, si riferisce espres– samente al 1828 e precisamente al gennaio di tale anno, scrivendo con un senso di nostalgia: « Muito me custou de largar a minha aldeia, os meus indios, o meu companheiro; porém, depois de maduras reflexiies, resolvi-me de ir, pedindo aos meus antigos amigos, que me mandassem urna boa canoa e bons canoeiros, que eu lhes prom0ttia de logo que cheg·asse a dieta canoa, me embarcava e seguia para Sao Fidelis. Elles contentes desta minha resoluçao, se recolheram para suas casas, e no dia 16 do corrente mez [gennaio 1828], chegou a canoa de Sao Fidelis, com quatro optimos canoeiros, que sao: o piloto é o Snr. Pedro José de Sant'Anna (vulgar– mente Puaia), e Fidelis de J esus Maria, o indio Francisco Antonio, e o indio Lv.uriano. Pedi a elles que se demorassem dois dias, para eu poder apromptar-me ». Cf. Aldeia da Pedm (Itaocara), in Annaes Francìscanos 25(1938) 164. 1 35 Si veda a p. 211ss.
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