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152 DAI PRIMORDI DEL SEC. XVIII FINO ALL'INDIPENDENZA p. Mauro da Lezzeno ( ?) e portata a termine da p. Giovenale da Albano, che diede anche nuova piazza all'aldea, ne curò la sim– metria, rifece abitazioni e, allorché nel 1754 venne eletto supe– riore della prefettura apostolica, lasciò gli indios « perfettamen– te istruiti» 1 \ Le notizie più interessanti riguardano però la vita interna della catechesi, atte a darci un'idea del piccolo mondo dell'aldea con la sua organizzazione, la sua vita religiosa e sociale: esse so– no dovute a p. Annibale da Genova che, tra i periodici cicli di missioni ambulanti75, si dedicò pure all'evangelizzazione degli in– dios risiedendo in Apodi tra il 1761 e il 1762. Secondo quanto scrive il missionario, la «riduzione» di A po - di era formata in prevalenza da indios « Caboclos da lingua geral » e cioè apparteneti al ceppo «tupi», sebbene non mancassero an– che indios « Tapuias » 76 • Costruita sotto la direzione dei missio– nari a guisa di una « piazza d'armi» con le case unite le une alle altre e un po' più alte agli angoli, dovendo servire di abitazione agli ufficiali àell'aldea, essa sorgeva in una pianura abbastanza estesa, con forte recinto all'intorno e due porte sui lati opposti. La chiesa era a una sola navata, ma sufficiente e spaziosa e for– nita di tutte le necessarie suppellettili. Il nucleo catechetico con– tava 250 famiglie di indios soggette al missionario come a parroco e superiore; questi sceglieva tra gli indigeni un capitano mag– giore, confermato dalle autorità militari di Natal (capitale della capitaneria di Paraiba) e inoltre due capitani di grado semplice con i loro subalterni per il comando delle due compagnie di indios atti alle armi (ciascuna di 140 uomini), esistenti nell'aldea 77 • P. Annibale passa quindi a descrivere le due classi di indios che formavano l'aldeamento: Cab oc 1 o s e Tap u i a s. In ge– nerale egli lamenta la comune indolenza che li spingeva talvolta a trascurare il lavoro dei campi, principale mezzo di sussistenza. Appena giunto nell'aldea egli li aveva radunati tutti insieme per far conoscenza e, parlando con grande dolcezza, aveva promesso di trattarli paternamente, a condizione che si diportassero bene. L'orario stabilito era il seguente: all'albeggiare due tamburini percorrevano l'aldea per la sveglia e questo primo richiamo du– rava una mezz'ora. In seguito il sagrestano dava il segno dell' An– gelus e allora tutti si radunavano nella chiesa, gli uomini da una 74 C:f. ACP, III/6, 35v. P. Mauro da Lezzeno ( ?), delfa monastica provincia di Milano, giunse in Brasile nel 1740; rimpatriato per malattia, morì in Cadice il 5 no– vembre 1744. Cf. FIDELIS DE PRIMERIO, Capuchinhos, 370. 75 Si veda a p. 130ss. 76 Si veda anche in Informaçi'io Geml da Capitania de Pernambuco 1749, 304. 77 A questo punto il missionario ricorda un episodio relativo all'attività india- na della prefettura di Bahia, Alcuni missionari, guidati da un vecchio indio, erano penetrati sino a una « serra» sconosciuta e qui, con le buone maniere, erano riu– sciti a raccogliere 100 famiglie indiv.ne per le quali il viceré, Conte de Atouguia, su richiesta del prefetto apostolico, p. Anselmo da Andorno, aveva fornito tela e attrezzi agricoli.
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